Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
GRANDI
Giampaolo Bologna 18 marzo 1940. Presidente e amministratore delegato della Condè Nast Italia (Vogue, GQ, Vanity Fair ecc.) • Figlio di un piccolo proprietario terriero, infanzia in campagna (a Rigosa,
periferia di Bologna) che lo rende partecipe del ritmo delle stagioni e della
vicenda naturale, esperienza formativa che considera fondamentale • Laurea in Statistica (prima a Bologna e poi a Roma) con una tesi sul Ruolo della riassicurazione nel ramo vita. Da militare (nel Genio) partecipa alle opere di soccorso messe in atto per l’alluvione di Firenze (66). Smessa la divisa manda due-trecento curriculum in
giro e viene chiamato dalla Armando Testa (pubblicità). Comincia qui un’importante esperienza di marketing che si affinerà e completerà negli anni successivi alla Unilever e poi alla Mondadori, di cui diventa
direttore generale dell’85. Celebre la sua opposizione alla nascita del Venerdì di Repubblica («l’atto davvero coraggioso sarebbe non farlo») in difesa anche della quota di mercato di Panorama. Dopo la battaglia della
Mondadori (vedi CIARRAPICO Giuseppe e DE BENEDETTI Carlo), lascerà la casa editrice
• Intanto, quando era ancora in Mondadori e ancora durante il primo periodo della
Condè Nast, è stato l’editore del famoso settimanale satirico Cuore, diretto da Michele Serra, uno dei
grandi successi editoriali degli ultimi anni Ottanta. Società con Carlo Feltrinelli e con l’Unità • Entra in Condè Nast nel 90 e ristruttura l’azienda, con la consulenza di Pietro Ichino, portando il personale dipendente da
400 a 200 unità senza un’ora di sciopero. I successi editoriali partono dall’edizione pocket di Glamour, che riesce a conciliare prezzo basso e alta qualità (molti altri editori copieranno da quel momento l’idea di offrire un’edizione mini insieme a quella normale), fino alla versione italiana di Vanity
Fair, completamente diversa da quella americana e che, dopo un inizio
difficile, vanta oggi 170 mila copie di venduto in edicola e 95 mila
abbonamenti. Risultato tanto più notevole perché il giornale non fa allegati di alcun tipo. Grandi dice che a fondamento del
successo ci sono intanto i Newhouse, la famiglia americana che da tre
generazioni edita giornali negli Usa (Vogue ha 120 anni, il gruppo possiede in
America una trentina di quotidiani locali): editori veri, che conoscono
profondamente il loro business e hanno la «long term view», cioè sanno «pensare lungo». Oltre al «pensare lungo», gli altri values and goals che sono alla base dei risultati di Condè Nast e di Grandi sono sostanzialmente tre: poter contare sui talenti, l’ossessione della qualità, la libertà - oltre che di scrivere - di innovare e creare
• Nel 2006 il gruppo chiuderà con un fatturato di 150 milioni e utili prima delle tasse di 30 milioni • Sposato da quarant’anni con Paola Pancaldi «a cui va il maggior merito dei miei successi», due figli: Sara (70), direttore finanziario di una società francese, e Alberto (73), giornalista.