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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

GORI Giorgio Bergamo 24 marzo 1960. Manager tv. Dal 77 collaboratore di radio e televisioni locali, laureato in Architettura, nell’84 è entrato a Rete4

GORI Giorgio Bergamo 24 marzo 1960. Manager tv. Dal 77 collaboratore di radio e televisioni locali, laureato in Architettura, nell’84 è entrato a Rete4. A 29 anni direttore del palinsesto delle reti Fininvest, nel 91 è diventato direttore di Canale5, sei anni dopo è passato alla direzione di Italia1, nel 99 di nuovo a Canale5. Nel 2001 ha fondato la casa di produzione Magnolia («come il fiore e come il film»). Tra i suoi grandi successi Il grande fratello e L’isola dei famosi • «Ha un viso d’angelo ma quando si tratta di ascolti è famoso per il suo cuore di marmo. In 16 anni di Mediaset ha scalato in lungo e in largo le poltrone più importanti. Secondo Lorenzo Pellicioli, il suo primo talent scout, sarebbe un grande direttore generale della Rai. Secondo Vittorio Feltri, il suo ex direttore, è un formidabile rompiscatole. Schivo e geloso del suo privato, per anni ha appeso davanti alla scrivania la scritta “Sono un bergamasco”. “Per non dimenticarmi le caratteristiche della mia gente: caparbietà, etica del lavoro e il principio di non mollare mai”» (Denise Pardo) • «Feltri è uomo di un’antipatia assoluta. Il nostro primo incontro risale al 78, quando ero un ragazzo impegnato e facevo degli editoriali di denuncia a Radio Bergamo, dove c’era anche lui. Feltri mi disse di piantarla: “Chi se ne frega della mafia. Elenca piuttosto la lista delle farmacie aperte”. Nell’83 ci siamo incontrati di nuovo a Bergamo oggi, il giornale che lui dirigeva. Andò peggio: mi licenziò, raccontandomi un sacco di balle e che il cuore gli sanguinava nel perdermi. Ma io lo ringrazio perché mi costrinse a cercare altro. E qui entra in gioco Pellicioli. Lorenzo e io ci conosciamo dai tempi delle assemblee studentesche, quando eravamo dei piccoli leader politici. Cacciato da Feltri, cominciai a tampinare Pellicioli che era direttore generale di Rete4. Non gli diedi tregua fin quando, esausto, mi offrì il posto di assistente del capo del palinsesto della sua rete. Era Carlo Freccero, un uomo stravagante, affascinante, che amava lavorare di notte. Ma è stata la fortuna a darmi la vera spinta. Quando nell’agosto dell’84 Silvio Berlusconi compra Rete4, io sono di nuovo a spasso, e tutto il mio lavoro finisce in uno scatolone. Inspiegabilmente Roberto Giovalli, allora responsabile dei tre palinsesti Fininvest, ci infila le mani e trova la mia relazione su un telefilm. A sorpresa arriva il contratto» • «Con Berlusconi non abbiamo mai avuto un rapporto intenso, affettuoso come quello che lo legava a Freccero e a Giovalli, che passava intere serate ad Arcore a parlare di vestiti e fidanzate. Berlusconi tende a creare rapporti filiali. Ma io un papà ce l’ho già. In realtà, il grande freddo nasce quando lui scende in campo. Non è stato facile perché in azienda c’era una sorta di chiamata alle armi. Per fortuna ero spalleggiato da gente più forte di me: Enrico Mentana, Maurizio Costanzo. Io volevo lavorare in un’azienda che fosse un patrimonio del paese, e non si collocasse né a destra, né a sinistra» • Com’è la vita scandita dall’Auditel? «Terribile. Dal giorno della sua nascita, ogni mattina alle 10 mentre la mia stampante vomita i dati ho i battiti del cuore accelerati. Se sono buoni il mio umore schizza alle stelle. Se vanno male, piombo in un inferno. In televisione nulla è mai scontato. E tutti i giorni scommetti con te stesso. Forse c’è del masochismo in questo, ma la sensazione è molto intensa» • è sposato con Cristina Parodi. Tre figli. Nel 2004 la stampa specializzata ha lungamente spettegolato su una sua storia con Simona Ventura, smentita da tutti. Quell’anno la Ventura si è separata da Stefano Bettarini e Cristina Parodi ha dato inizio a una trasformazione del proprio look.