Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
GOLDIN
Marco Treviso 1961. Critico d’arte • «La lunga marcia di Goldinfinger, oggi quasi più in auge dei concittadini Benetton e Stefanel, inizia a fine anni Settanta con l’amicizia di Sgarbi, insegnante piuttosto assenteista in una scuola statale di
Venezia. È lui che lo inserisce nel mondo culturale romano, dove Goldin stringe amicizia
anche con Enzo Siciliano. Arrivano i primi cataloghi da curare per gli editori
Marsilio ed Electa e nell’85 la laurea in Lettere, indirizzo artistico, all’Università di Venezia. Un anno prima, il laureando organizza per la Provincia della sua
città una piccola mostra sul tema “Il disegno e l’incisione a Treviso nella seconda metà del Novecento”. Poi, dall’85 all’87, anno in cui si sposa, il neo laureato va a insegnare lettere al liceo
linguistico di Castelfranco Veneto, il paese del Giorgione. Il salto di qualità arriva l’anno dopo: Goldin cambia mestiere e diventa direttore del museo di Palazzo
Sarcinelli a Conegliano e ci resta 15 anni. “È lì che ho iniziato ad amare quelli che sono i miei artisti preferiti. Tutti della
pittura italiana del Secondo dopoguerra”, sospira Goldin. Quali, esattamente? “Piero Guccione nel campo figurativo, Claudio Oliviero in quello dell’astrazione e Franco Sarnari a metà strada tra i due”. Ma non si vive di solo museo. Il giovane direttore ha la seconda casa in val
Zoldana e ama sciare, arrampicarsi e correre in mountain bike tra i monti Pelmo
e Civetta. Nel 96 inizia l’arrampicata alle vette del successo: mette in piedi la società Linea d’ombra, che ha come ragione sociale l’organizzazione di mostre e la vendita di biglietti, e crea anche Linea d’ombra libri, che si occupa di cataloghi e gadget. Per ultima nasce Ibiscus, che
si occupa di fornire informazioni e prenotazioni per le sue mostre. Nel 98
tutto È pronto per lanciare alla grande a Treviso il lungo ciclo impressionista, durato
sei anni con altrettante esposizioni a tema, con la mostra “Da Van Gogh a Bacon”. La Fondazione Cassamarca scommette sull’ex professore di lettere e stanzia ben 6 milioni di euro per ogni progetto.
Scommessa stravinta: nel 2002 il totale dei visitatori supera l’incredibile quota 600.000» (Pino Nicotri)
• Vittorio Sgarbi: «Goldin È una mia creatura. Negli anni Settanta gli ho dato la parte migliore di lui. Poi
però È partito per la tangente e ha iniziato a trattare le mostre come un maiale. Sì, lui non scarta nulla, dal prosciutto alle setole, dallo zampone alle budella.
Per la delizia dell’altrui palato facile e delle proprie tasche. Lui È l’inventore della gastronomia applicata alle mostre, o viceversa. Ha saputo far
leva anche sul fatto che a Treviso si mangia e si beve bene. Una scorpacciata
di pittura e una di polenta e osei. Più una caraffa di Prosecco o Cartizze per mandar giù tutto».