Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
GNUDI Piero Bologna 17 maggio 1938. Manager. Presidente dell’Enel (dal 2002) • Commercialista, è stato consigliere economico al ministero dell’Industria e consigliere di Stet, Eni, Enichem, Merloni, Ferré, Beghelli, Irce, Unicredit
GNUDI Piero Bologna 17 maggio 1938. Manager. Presidente dell’Enel (dal 2002) • Commercialista, è stato consigliere economico al ministero dell’Industria e consigliere di Stet, Eni, Enichem, Merloni, Ferré, Beghelli, Irce, Unicredit. Entrato in Iri nel luglio 94, sotto il governo Berlusconi, vi è rimasto con Prodi e D’Alema. è stato presidente del Comitato liquidatori Iri • «Difficile trovare un manager, seppur stimatissimo dal punto di vista professionale, che goda di tanta fiducia “trasversale” nel mondo politico italiano. Lui ce l’ha, e la spiegazione, al di là delle sue capacità, sta in un luogo, Bologna, e in un nome, Beniamino Andreatta. Bologna è la città dove tutti gli uomini che contano, e lui è tra questi, si conoscono e si frequentano, anche al di là del colore politico. Bologna è la città di Pierferdinando Casini, che gli è grande amico, di Gianfranco Fini, che lo stima sinceramente, di Romano Prodi, con il quale ha ottimi rapporti, ma anche di Alberto Clò, che fu ministro dell’Industria con Lamberto Dini, o di Enrico Letta che ricoprì lo stesso incarico nel governo D’Alema. Bologna che era anche la città di Marco Biagi e Paolo Ruffilli, entrambi suoi grandi amici, e di Beniamino Andreatta, che di tanti bolognesi che oggi contano è stato il padre spirituale. Fu forse il primo a capire che in quella città c’era molto di inespresso, a cominciare dalla ricchezza. Fu lui a sprovincializzare gli imprenditori locali, i Maramotti, i Gazzoni. Imprenditori ricchi e capaci, che avevano messo su una banca privata di tutto rispetto, il Credito Romagnolo, ma anche assai prudenti, che difficilmente uscivano allo scoperto. Gnudi ce li portò, prima con la fusione tra il Credito e la Banca del Monte, da cui nacque Rolo Banca, poi ancora più avanti, fino alla fusione nel Credito Italiano che insieme ad altre banche dette vita all’Unicredit (di cui Gnudi è attualmente consigliere di amministrazione). L’altra sua grande intuizione è stata probabilmente quella delle consulenze. Il suo studio era già in prima linea, ma lui si inventò il network. Coinvolgendo professionisti del calibro di Victor Uckmar e Luigi Guatri, fino a mettere insieme i primi cento studi d’affari italiani, tra fiscalisti ed esperti di diritto societario, in una rete di consulenza globale. Un punto di riferimento unico per chiunque avesse a che fare con dismissioni, acquisizioni, ristrutturazioni societarie, privatizzazioni» (La Stampa).