Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
GIULIANI
Alfredo Mombraccio (Pesaro e Urbino) 23 novembre 1924. Poeta • «È un signore molto affabile che da sempre ama starsene sui bordi della vita
letteraria. Da lì egli getta uno sguardo trasversale che improvvisamente illumina un verso, una
pagina, un pensiero. Giocare con le parole e con i pensieri. Questo gli piace
fare. Ma con rigore sommo. Perciò È un gioco serio, ma non per questo meno lieve e appassionante» (Antonio Gnoli) • «Non disdegna, di fronte al mondo dei sonnambuli, di percepirsi come “imbambinito”. La sua saggezza È sempre mascherata di sonorità oltraggiose, una sonorità franta, derisoria, ghignante, (auto)sfottitoria, sarcastica - in specie nel
gusto del piccolo, del minuscolo, del minimo» (Franco Cordelli) • «Sono stato un ragazzo senza prodigio. Un tipetto normale. Giocavo a pallone,
vedevo i compagni, non eccellevo a scuola. Ma già da piccolo procedevo nelle mie letture, in modo indipendente rispetto a quello
che passava la scuola. Mia madre era una lettrice accanita di romanzi e io
spesso frugavo tra i suoi libri. I miei si separarono che avevo sette o otto
anni. Lui era un farfallone. Gli piacevano le donne, il gioco e la musica, la
musica gli dava da vivere. Suonava il violino. Era una spalla del primo violino
al Teatro dell’Opera di Roma. Eravamo una famiglia strana: io, mia madre e mia nonna. Avevo un
Edipo gigantesco. Ho traslocato da numerose case. Di alcune ho un bellissimo
ricordo. Come pure ricordo benissimo mia zia. Da lei andavamo quasi tutte le
domeniche. Possedeva una collana di classici stranieri della Utet. E ogni volta
che ero lì, mi mettevo da una parte a leggere. Così ho divorato il primo romanzo di Balzac e il primo libro di Nietzsche».