Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
GISMONDI
Ernesto Sanremo (Imperia) 1931. Imprenditore. Presidente e fondatore del gruppo
Artemide, specializzato in prodotti di design per l’illuminazione • «Trascorre parte delle sue giornate nell’ufficio del centro di Ricerca & Innovazione dello stabilimento Artemide di Pregnana Milanese. Un laboratorio
tecnologico dove 19 tecnici specializzati studiano come illuminare al meglio le
nostre vite. “Il nostro compito è soddisfare un bisogno che la gente non sa ancora di avere”, teorizza Ernesto Gismondi, presidente del gruppo fondato nel 59, insieme a
Sergio Mazza, allora giovane architetto con il pallino per il design. In questi
anni Artemide ha fatto questo, prima creando il mercato delle luci firmate, poi
teorizzando la filosofia della luce come fonte di piacere fisico e benessere
psichico. Oggi Gismondi guida un gruppo che nel 2004 ha fatturato 93 milioni di
euro. Creando luci domestiche di ogni tipo, ma anche illuminando i più prestigiosi progetti architettonici degli ultimi anni. “Il futuro della luce passa attraverso la multifunzione”, spiega Gismondi. “Le lampade del futuro dovranno accendersi e spegnersi quando entriamo in una
stanza, seguire il ciclo del sole per consentirci il massimo benessere quando
siamo al chiuso. Ma questo è solo uno dei progetti in cantiere”. E quali sono gli altri? “Le luci di domani saranno tutte dotate di un micro-computer. Saranno
intelligenti. Poi stiamo lavorando a un tipo di illuminazione con un materiale
dotato di memoria. Una materia che, sollecitata elettronicamente, prende la
forma che aveva prima. Potremo avere un faretto, posizionato sul soffitto, che
cambia angolazione quando gli mandiamo un input elettronico”. Non sarà troppo tecnologico per una casa? “Il consumatore di oggi è istruito, utilizza Internet, vuole sistemi sempre più all’avanguardia. Quando abbiamo iniziato gli oggetti dovevano essere solo
funzionali. Poi sono arrivate le aziende di design, come Artemide, appunto. E c’è stata la rivoluzione. Abbiamo cominciato a lavorare con i grandi architetti
dell’epoca, da Gae Aulenti a Vico Magistretti e il pubblico italiano si è accorto che esisteva un nuovo modo di progettare”» (Jacaranda Falck).