Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

GIOVALLI

Roberto Torino 3 aprile 1957. Manager tv. Attualmente a riposo (ultima esperienza a
La7) • «Uno che bazzica il mondo della tv privata dal 77, ossia da prima ancora che le
tv private esistessero, o quasi. L’approdo all’entourage di Berlusconi è dell’83. Il primo che lo adora è proprio il gran capo. Fermo restando che le decisioni le prende il medesimo,
Giovalli diventa via via direttore di Canale5, poi di Italia1, poi di tutte e
tre le reti insieme, poi dei palinsesti. Ricorda, con un po’ di sconcerto, “riunioni di diciotto ore ad Arcore”: un gruppo che viveva in simbiosi nell’orbita del gran capo, ma un gruppo che racconterà per sempre di aver inventato, a furia di riunioni di diciotto ore, la tv
commerciale italiana. Il fatto che nel 90 Giovalli se ne vada a Telepiù nasce da un raffreddamento con Berlusconi, certo, e anche dal fatto che la
destinazione non è di quelle lontanissime. Telepiù gravita, altroché, nell’orbita Fininvest, ed è una rete, anzi un nuovo tipo di televisione da lanciare e imporre. Ci resta
quattro anni, da direttore dei programmi e poi da vicedirettore generale. Poi
un brusco addio, regolato da un contratto che prevede soprattutto due cose, una
liquidazione miliardaria e la promessa di non concedersi alla concorrenza. Lui
accetta, finge di essere arrabbiato, parla di avvocati e di cause da intentare,
ma in fondo è un gioco: dopo pochi giorni è già in giro per il mondo, occupazione che lo impegna nei successivi cinque anni (“Nel 97 ho preso 120 aerei”). Vede, per il mondo, tutta la tv che gli capita, e i contatti con alcuni amici
fidati li tiene. Uno è Giorgio Gori. Nei cinque anni lo cercano tutti, alla fine lui si ripresenta.
Gori sale alla direzione dei palinsesti e lascia vuoto il posto a Italia1. Lo
chiama: “Non puoi dire di no”. E Giovalli non lo dice» (Antonio Dipollina)
• «In televisione credo che tutto quello che c’era da fare l’ho fatto. Ci fosse una proposta del tipo La7, una rete da fondare per sfidare il
duopolio, potrei anche pensarci».