Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
GIFUNI
Gaetano Lucera (Foggia) 25 giugno 1932. Politico. Ex segretario generale della
Presidenza della Repubblica (ha lasciato al termine del mandato di Ciampi).
Padre di Fabrizio. « Sono - come amava definirmi mio padre - uomo di fermo volere in miti sembianze» • «Maturità al liceo Ruggero Bonghi, Giurisprudenza a Roma, dove vive presso una zia.
Marinava l’università per infilarsi nelle tribune di Montecitorio e Palazzo Madama. Non aveva ancora
18 anni quando trovò il modo di assistere a una seduta della Camera sul Piano Marshall e a discutere
erano Alcide De Gasperi, Luigi Einaudi, Palmiro Togliatti. Fu presente alle
discussioni sul Patto Atlantico e, nel 52-53, a quella sulla legge
maggioritaria, detta dall’opposizione “legge truffa”. Si laurea alla fine del 54. Nel 55 vince una borsa di studio in Confindustria
dove conosce Guido Carli. Lavora per qualche anno nella Confindustria di Angelo
Costa. Entra per concorso al Senato nel 59, e nel 75 ne diventa segretario
generale. Nel VI e ultimo governo Fanfani, è nominato ministro per i Rapporti con il Parlamento. Poi segretario generale
della Presidenza della Repubblica nel 92, chiamato da Oscar Luigi Scalfaro e
confermato, nel 99, da Carlo Azeglio Ciampi» (Ludina Barzini)
• «Di estrazione liberale e devozione mariana, con tanto di pellegrinaggio annuale
al santuario della Madonna dell’Incoronata, vicino Foggia. E tuttavia è superstiziosissimo, come documenta il cornetto rosso appeso all’orologio da tasca, dono di Rino Formica. Pugliese di Lucera, finto napoletano,
yesman pervaso da profondo scetticismo sulla natura umana, saggio e sanguigno,
diplomatico e sboccato, proteiforme navigatore in tutti gli angiporti
istituzionali: a suo modo un personaggio balzachiano. Ai tempi di Scalfaro è stato perseguitato da Filippo Mancuso, che lo riteneva la fonte dei suoi guai e
ne ha offerto una indimenticabile descrizione quando si dimise. Per la vicenda
della grazia a Sofri è stato Pannella a maltrattarlo. Di tanto in tanto Cossiga gli molla qualche
puntura di spillo. Nessun altro più di Gifuni è apparso capace di ribaltare autorevolmente la frittatona attraverso le
procedure, le norme regolamentari e i cavilli» (Filippo Ceccarelli)
• Eletto presidente Napolitano, Gifuni ha dovuto traslocare i suoi amuleti.
Barbara Palombelli: «... una scimmietta soprammobile sulla scrivania, diversi ferri di cavallo, un’infinità di corni rossi dono degli amici (che non devono mai essere tredici a tavola)
[...] un cornetto speciale sempre in tasca insieme al gobbo, al dado e al
chiodo storto che dovrebbero allontanare gli spiriti maligni [...] Sarà più lontana in compenso l’anziana miciona nera - decana di una colonia di felini nullafacenti - che gode,
insieme ai ferocissimi gabbiani, dei meravigliosi giardini del Quirinale.
Autisti e scorte hanno avuto per 14 anni l’ordine di inchiodare le auto al suo passaggio, nonostante Alberto Gozzi -
direttore delle cucine e gattofilo assoluto - le abbia, dicono, dipinto
personalmente una macchiolina bianca sul collo, per garantirle l’immunità»
• «Il menagramo è inconsapevole della sua energia negativa, lo iettatore invece lo sa e la usa. A
questi ultimi, quando chiedono: come va? bisogna sempre rispondere: “Né bene né male, siamo nelle mani di Dio”».