Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
GHINI Massimo Roma 12 ottobre 1954. Attore • «È stato battezzato di nascosto perchÈ suo padre militava nella Sinistra quando la Sinistra era davvero Sinistra e chi la pensava come Guareschi dava dei mangiapreti ai comunisti
GHINI Massimo Roma 12 ottobre 1954. Attore • «È stato battezzato di nascosto perchÈ suo padre militava nella Sinistra quando la Sinistra era davvero Sinistra e chi la pensava come Guareschi dava dei mangiapreti ai comunisti. Un figlio, o perlomeno un parente stretto, del 68. E appartenente a quella generazione di attori, diciamolo, un po’ sfigata, che debuttava in quegli anni bui in cui il cinema italiano era considerato morto per pubblico e critica. “Non si vedeva l’ombra di un produttore che avesse voglia di rischiare. Gli autori sembravano scomparsi. E noi, parlo di Bentivoglio e Tognazzi e di registi come D’Alatri, dovemmo ricominciare tutto da capo”, racconta. Non pretende per questo la medaglia, “ma mi piacerebbe - anche se oramai È pura illusione - che l’intellighentia del cinema, ogni tanto si degnasse di darci una pacca d’incoraggiamento sulla spalla. Invece, i riconoscimenti, li ho avuti solo all’estero: Canada, Turchia, Marocco, Francia, Lussemburgo. Lusinghiero, per carità: ma io sono un attore italiano... O sbaglio?”. È andato avanti lo stesso. Buttandosi dietro le spalle bocciature e delusioni. Come quando lo stroncarono all’esame di ammissione all’Accademia di Arte drammatica. O come tutte quelle volte che i registi lo squadravano e scuotevano la testa: non va, non va, peccato, lei ha fatto troppo sport. “E non andavo no. Andavano di moda i tipi sofferti, dannati. E io, con questo fisico da bagnino, con i maledetti c’entravo davvero poco”. Nonostante i muscoli ex pallanuoto, di teatro e di cinema ne ha fatto parecchio. E di personaggi difficili da dimenticare, ne ha interpretati tanti. Dal contadino della “bassa” ferrarese della Neve nel bicchiere, al cialtronesco presentatore della Bella vita passando per il viscido politico di Compagni di scuola, il conducente con il cuore di marzapane di Senza pelle, il reduce della Tregua, il canagliesco gerarca di Un tÈ con Mussolini» (Micaela Urbano).