Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
GENTILINI
Giancarlo Vittorio Veneto (Treviso) 3 agosto 1929. Politico. Ex sindaco di Treviso
(94-03) • «Non è mai uscito dalla sua città: due volte sindaco, leghista celodurista. Due mandati in quel di Treviso
(trionfali per i fedelissimi, imbarazzanti a detta degli oppositori e dei
moderati), gesta contro gli immigrati clandestini del tipo: togliere le
panchine nei giardinetti della stazione, così “quelli non ci mettono il culo sopra”. Frasi del tipo “spariamogli addosso come ai leprotti”» (Marisa Fumagalli) • «Mi avevano proposto anche di presentarmi al Parlamento europeo; ho rifiutato.
Buttarsi in politica, significa piegarsi a compromessi. E io sono uomo dalla
schiena dritta. Io farei il dittatore. Tutti a rigar dritto. Io farei il
presidente con il manganello» • «Sono anni che le spara grosse. Un giorno barrisce che i clandestini vanno
deportati “con i vagoni piombati” (con un occhio benevolo solo per le prostitute “navi scuola della gioventù”), un altro sbuffa che lo scrittore Comisso “in fondo el gera reciòn”, un altro ancora avverte gli ulivisti che saranno fatti fuori come i conigli
con “un colpo secco alla nuca per non farli soffrire”. E sono anni che, mentre le sinistre insorgono scandalizzate, le destre la
buttano sullo scherzo: è fatto così, non va preso sul serio, fa solo delle battute…» (Gian Antonio Stella)
• «Ex avvocato in pensione, è “lo sceriffo”, una leggenda vivente nel Nordest, più popolare di Cacciari, più amato di Bossi, che con i sindaci ci va cauto dopo aver definito Formentini “il nostro De Gaulle”, più che mai cauto con questo stizzoso spaccamontagne che un giorno lo chiamò per dirgli che Pontida “xè una storia da mona”. Non ha paura di niente Genty il Barbaro» (Giancarlo Dotto) • Anche se la legge non gli ha consentito di essere rieletto per la terza volta,
resta determinante per la vita nella città e nella provincia. Il suo seguito in città è plebiscitario.