Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
GAVIO Marcellino Castelnuovo Scrivia (Alessandria) 11 aprile 1932. Imprenditore • «Il re delle autostrade» (Paolo Biondani) • «Una brillante carriera da costruttore alle spalle, schivate senza gravi danni le inchieste di Tangentopoli, ha scoperto il gran business dei caselli e dei pedaggi
GAVIO Marcellino Castelnuovo Scrivia (Alessandria) 11 aprile 1932. Imprenditore • «Il re delle autostrade» (Paolo Biondani) • «Una brillante carriera da costruttore alle spalle, schivate senza gravi danni le inchieste di Tangentopoli, ha scoperto il gran business dei caselli e dei pedaggi. La rincorsa cominciò nel 96 quando Mediobanca gestì il passaggio dal gruppo Ligresti a Gavio della Grassetto (costruzioni) e del controllo dell’Autostrada Torino-Milano. Da allora, sempre con l’appoggio finanziario determinante dell’istituto di Piazzetta Cuccia, non ha fatto altro che tessere con pazienza una tela che lo ha portato a controllare quasi il 20 per cento della rete autostradale nazionale» (Vittorio Malagutti) • «È un uomo grande e grosso dal sorriso bonario, che trascina i suoi cento e passa chili e i suoi dieci by pass con quest’aria un po’ democristiana, di uno che alla fine poi vorrebbe soltanto fare tutto quello che vuole senza far arrabbiare nessuno. Ogni tanto ci riesce. E ogni tanto c’È un magistrato che gli chiede come abbia potuto farlo. Ma nei miracoli della Dc, Marcellino Gavio ci È nato e cresciuto, “con una tessera che mi aveva dato mio cugino e non sapevo neanche di avere”, come ricorda lui, e in fondo continua a camparci anche adesso che la Democrazia cristiana È morta, che niente più È come prima e ci sono i poli e sono cambiati tutti i nomi e le poltrone. Di lui hanno scritto che È un self made man, che ha cominciato con due camion, o costruendo piloni di viadotti, che ha salito gradino per gradino la lunga scala dei denari e del potere. Non È vero niente. È ricco da quattro generazioni di industriali, e non ha mai guidato un camion in tutta la sua vita e i piloni magari li mette solo adesso, e se dovesse salire tutti quei gradini gli verrebbe un infarto. Per questo dice: “Parliamoci chiaro. Sono nato con i soldi, e da quattro generazioni abitiamo sempre nella stessa casa, padri figli e nonni con le loro famiglie. Conosce qualcuno di quelli che si sono fatti da soli che non ha mai cambiato la sua casa da più di cent’anni?”. La sua dimora È il palazzotto del paese, Castelnuovo Scrivia, provincia di Alessandria, cortile grande, il portone signorile e dietro ancora i magazzini dell’impresa del nonno e le stalle per i cavalli da tiro, come un secolo fa. Comincia alla fine degli anni Cinquanta. Suo padre È un commerciante e trasportatore di granaglie. I guadagni li investe in terreni. Lui È il figlio più grande e quando il padre muore prende il suo posto. Fa società “con un geometra di Tortona, Eugenio Ansaldi, reduce dal Congo belga dove aveva imparato le tecnologie francesi della pavimentazione”. Gavio mette il capitale, l’altro la tecnologia. Nasce la Edilvia costruzioni. Nel 67 compra l’Itinera a Torino, nel 76 la Torino-Piacenza, nell’80 la Torino-Milano, e diventa uno dei potenti d’Italia dividendo con il fratello Pietro lavori e interessi» (Pierangelo Sapegno).