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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

GASPARRI

Maurizio Roma 18 luglio 1956. Politico. Deputato. Di Alleanza nazionale • Maturità classica, giornalista professionista, è stato condirettore del Secolo d’Italia, presidente nazionale del Fronte della Gioventù e del Fuan. Deputato (prima Msi, poi An) dal 92. Sottosegretario agli Interni
nel Berlusconi I, ministro delle Telecomunicazioni nel Berlusconi II. Escluso
dal Berlusconi III per una telefonata a Gifuni con la quale cercava di
ostacolare la nomina di Francesco Storace (di An anche lui) al ministero della
Salute • «Il crac del Carrierino dei piccoli, al secolo Maurizio Gasparri, è stato inaspettato ma cruento quasi quanto quello Parmalat. è successo tutto in una notte. E così tragicamente improvvisa è apparsa questa dipartita politica da provocare significativi vuoti emotivi all’uomo scelto per la successione, il mite Mario Landolfi. “Carrierino” è il nomignolo che Giusva Fioravanti e Francesca Mambro ricordano avesse Gasparri
da piccolo. Per quel suo moto perpetuo, movimento e avanzamento, e la fede
incrollabile nelle proprie forze e l’assoluta capacità di reggere ai più alti ritmi di lavoro pur di raggiungere il traguardo per primo» (Antonello Caporale)
• «Che fosse fin da piccolo “cattivello, capriccioso e prepotentuccio” l’aveva già detto con amorosa indulgenza la mamma Jole, in una intervista al Corriere in
cui narrava che il moccioso amava “giocare in solitudine, così poteva decidere tutto da solo”. “Aigor”, come lo chiama chi l’associa per gli occhi a palla al mitico Marty Feldman che in Frankestein Junior faceva il gobbo. Lui si era sempre definito l’anima più moderata del partito, vantandosi di aver fatto il saluto romano solo una volta
e di non aver mai messo la camicia nera. Lui si considerava (ma soprattutto era
considerato) il più berlusconiano di tutti i post missini, così berlusconiano da essere il meno acceso nel pretendere “ora e subito”, dopo la batosta alle Regionali, un nuovo governo o le elezioni anticipate.
Come poteva immaginare che lo segassero? Lui, che mentre Confalonieri spiegava
agli analisti e alla stampa che con la maggior raccolta di ricavi concessa a
Mediaset e Mondadori dal nuovo Sistema integrato di comunicazione l’azienda del Cavaliere avrebbe guadagnato da uno a 2 miliardi di euro, aveva
messo la sua faccia per dire che la sua legge non favoriva affatto il gruppo
del Biscione. Lui, che alle opposizioni indignate per quelle nuove norme che
salvavano Rete4 destinata dalle sentenze a finire sul satellite e consolidavano
il duopolio tivù, aveva risposto che “il divieto di combinare telecomunicazioni stampa e tivù è una cosa d’altri tempi. Io sono un futurista, un marinettiano, amo il moderno in tutte le
sue espressioni nonostante una formazione tradizionalista e penso che il Paese
meriti di gareggiare su scala europea e mondiale. Che non possa restare
ancorato a precetti antindustriali”» (Gian Antonio Stella)
• «La mia era una famiglia moderata, che votava Msi. Mio padre era ufficiale dei
carabinieri. Io sono nato e cresciuto in caserma, sono andato fin da bambino
alle parate militari. Mi piacevano De Gaulle, Salazar, i colonnelli greci.
Fidanzate solo di destra. Ricordo la mia prima passione. Avevo sei anni, si
chiamava Daniela Grossi, figlia di un ufficiale dei carabinieri. Anche le
vacanze le facevamo fra noi. A me piaceva fare l’organizzatore. La mattina appendevo l’ordine di servizio: “Domani si va a Capo Vaticano. Dopodomani bagno in spiaggia. Stasera musica”» (da un’intervista di Claudio Sabelli Fioretti)
• Romanista.