Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
GASPARI
Remo Gissi (Chieti) 10 luglio 1921. Politico • Laureato in Giurisprudenza. Avvocato. Iscritto alla Democrazia cristiana dal
45. Eletto deputato nel 53, 58, 63, 68, 72, 76, 79, 83, 87, 92. Sottosegretario
alle Poste nel governo Tambroni e nel Fanfani II, all’Industria nel Fanfani IV, alle Poste nel Leone I e nel Moro I e II, agli Interni
nel Moro III, nel Leone II, nel Rumor I. Ministro dei Trasporti nel Rumor II,
per la Riforma della pubblica amministrazione nel Colombo e nell’Andreotti I, della Sanità nell’Andreotti II, per i Rapporti con il Parlamento nel Cossiga II, delle Poste nello
Spadolini I e II e nel Fanfani V, per la Funzione pubblica nel Craxi I e II,
della Difesa nel Fanfani VI, per la Protezione civile nel Goria, per il
Mezzogiorno nel De Mita, per la Funzione pubblica nell’Andreotti VI e VII
• «Il mio Abruzzo ha avuto una cospicua crescita economica: strade e ponti,
fattorie e grandi aziende, sviluppo, benessere. Un po’ di merito, forse, è del sottoscritto. Non una lira dello Stato è stata distratta a mio beneficio. In tutti i ministeri dove sono stato chiamato
non ho mai intaccato e nemmeno aperto il fondo riservato. Altri se lo saranno
messo in saccoccia. Io no. Io pagavo di tasca mia anche le cene degli autisti.
Loro dormivano dove io dormivo, il conto d’albergo lo saldava Gaspari con i suoi soldi. Io proposi persino di andare all’opposizione. Si era al tempo del governo Spadolini e la situazione era così caotica che erodeva il nostro insediamento, la nostra forza. Nel mio Abruzzo ho
usato sempre questa tecnica: quando i voti per governare sono risicati, via all’opposizione. L’opposizione rigenera e non ti fa fare pastrocchi. Non concordarono con la
proposta di lasciare il governo e le poltrone perché c’era il benedetto problema dei comunisti. Io e Andreotti eravamo noti per essere
i migliori conoscitori dell’apparato. A volte Craxi mi chiedeva consiglio per capirne di più. Mia moglie mi ha lasciato dopo 52 anni di matrimonio. L’ho persa, e sono convinto che il male l’abbia aggredita durante Tangentopoli, quando anch’io fui trattato come un delinquente» (da un’intervista di Antonello Caporale).