Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
GASLINI
Giorgio Milano 22 ottobre 1929. Pianista. Compositore. Jazz • All’età di 18 anni partecipa al primo festival jazz del dopoguerra, che si tiene a
Firenze. L’anno successivo incide il primo album, Concerto riff (Emi). Successivamente collabora con il cinema: colonne sonore per La notte (premiata con il Nastro d’argento), Un amore, La porta sul buio, Profondo rosso. È il primo titolare dei corsi di jazz al Conservatorio Santa Cecilia di Roma
(72-73) e al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano (79-80) • «Senza di lui il jazz italiano non sarebbe quello che È» (Piero Borri) • «Quando, nell’immediato dopoguerra, iniziai la mia militanza nel jazz moderno, in Italia avevo
sì e no una decina di compagni di percorso. Per questo introdussi l’insegnamento del jazz a Milano (57) in una scuola privata e poi nei conservatori
di Roma e di Milano negli anni Settanta. Oggi in Italia ci sono oltre mille
bravi musicisti di jazz in attività» • Nel corso della sua lunga carriera il musicista milanese si È dimostrato capace di spaziare dal mainstream all’avanguardia più radicale, affiancando alle proprie composizioni una serie di riletture che
vanno da Thelonious Monk a Lucio Battisti, da Robert Schumann a Patti Smith. Ha
optato spesso per un’accorta contaminazione con umori popolari, classici e contemporanei. L’opera di Giorgio Gaslini rappresenta un momento centrale della musica
contemporanea. Non solo, ma se oggi il jazz viene insegnato nelle università, se artisti come Paolo Fresu o Stefano Bollani suonano regolarmente nei
maggiori teatri italiani, lo dobbiamo anche a questo lucido visionario che ha
lottato per dare al jazz quella dignità che il conformismo accademico voleva negargli» (Alessandro Michelucci)
• «Tanti sono gli incontri straordinari che ho avuto il privilegio di avere,
persone sublimi dalle quali ho ricevuto stima, affetto e anche scambio e
amicizia, da Duke Ellington a Ornette Coleman, da Leonard Bernstein a Luciano
Berio. Fra le tante esperienze importanti che ho vissuto metterei senz’altro la prima esecuzione di Tempo e relazione (57), la colonna sonora del film La notte di Antonioni (60), il disco New Feelings (66), realizzato insieme al Gotha dell’avanguardia mondiale, primo disco italiano votato sulla rivista statunitense
Down Beat con il massimo punteggio, le fatidiche 5 stelle, le opere Colloquio con Malcolm X (73) e Mister O (96) e più recentemente il concerto-spettacolo U (Ulisse) che ho realizzato per il Festival Jazz di Terni (2003) con il mio
quintetto, con il trio di Uri Caine, l’interpretazione di Marco Paolini e gli elementi scenici di Arnaldo Pomodoro. Un
evento riconosciuto da tutti come tra i più unici e innovativi di questi anni, seguitissimo dai quotidiani, trasmesso in
diretta dalla Rai (Radio3), ma irresponsabilmente ignorato dalle riviste
specializzate. Misteri italiani. Aggiungerei il primo dei miei concerti in Cina
(Pechino, 85) e anche le prime esecuzioni al Teatro alla Scala del mio balletto
Contagio e di altri due balletti e lavori sinfonici nelle principali stagioni musicali
italiane» • Adriano Bassi ne ha raccontato la storia in Giorgio Gaslini. Vita, lotte, opere di un protagonista della musica
contemporanea (Franco Muzzio Editore, 96).