Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
GASBARRA
Enrico Roma 12 agosto 1962. Politico. Della Margherita. Presidente della Provincia di
Roma • «Era prodiano quando Prodi era disoccupato, e ulivista quando l’Ulivo non esisteva. È stato uno dei pochi a opporsi a Francesco Rutelli e a votare per la lista unica
del centrosinistra. Eppure con Rutelli sindaco divenne consigliere comunale e
poi assessore, e fu Rutelli a indicarlo come perfetto candidato alle
provinciali del 2003, che Gasbarra vinse a sorpresa contro Silvano Moffa di An.
Tanta strada assieme, poi uno di qui e l’altro di là, e l’altro, Gasbarra, che da strano e presunto voltagabbana salta sul carro del
perdente. Entrò in politica nel 78. Aveva scritto un tema formidabile - si dice - a proposito
del sequestro Moro. Il suo professore, democristiano, dopo avergli assegnato un
nove e mezzo, segnalò il giovanotto ai capoccia del partito che, chiesto il permesso ai genitori, lo
avviarono al servizio della comunità. “Quando ho votato la prima volta, ho votato per me: ero già candidato”, ripete spesso. Nell’89, a ventisette anni, fu presidente della Prima circoscrizione di Roma e mise
in piedi una strana giunta Dc-Pci. Non era già più compromesso storico e non ancora Ulivo, ma una di quelle robe che bene o male
vogliono dire qualcosa. Infatti, anche nei tempi litigiosi, Gasbarra piaceva a
tutti e non soltanto alle donne per via del piacionismo che lo ha messo sempre
in concorrenza con Rutelli, almeno sul piano dell’avvenenza. Piaceva e piace a tutti per questa sua eterna tensione all’ecumenismo progressista. Nel 2003 fu posto in concorrenza a Moffa da un’inedita collegialità: lo appoggiarono Rutelli e Veltroni, Fassino e Marini, Pecoraro Scanio e
Boselli, Rizzo e Bertinotti, Mastella e Di Pietro. Addirittura il risentito
Nanni Moretti - con il quale condivide i trascorsi di pallanuotista - gli diede
una pacca sulla spalla e gli disse: “Vai e vinci per tutti noi”. Lui vinse e si prese per vice una di Rifondazione. Ebbene, Gasbarra È davvero unito nell’Ulivo sin dagli anni delle diaspore. E da lì, dal trionfo contro Moffa, “partì la riscossa del centrosinistra”, dice» (Mattia Feltri).