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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

GARRONE

Riccardo Genova 23 gennaio 1936. Petroliere. Presidente della Sampdoria (dal 2002) • Il padre Edoardo ha fondato la Erg, il maggiore gruppo petrolifero italiano
(2.100 punti vendita, 1.400 dipendenti e un fatturato 2001 di oltre 3.500
milioni di euro). Nel 63 il padre fu eletto presidente del Genoa, ma morì improvvisamente prima di entrare in carica. È stato sponsor della Sampdoria targata Paolo Mantovani dall’88 al 94: in quel periodo i blucerchiati hanno conquistato uno scudetto, due
coppe Italia, una coppa delle Coppe, una Supercoppa italiana e una finale in
coppa dei Campioni. Interrogato in margine al caso Moggi per un
Sampdoria-Fiorentina 3 a 0
• «È stato quarant’anni presidente della Erg, il primo gruppo petrolifero italiano. Lo hanno
descritto come un uomo freddo e severo, esigente e calcolatore. Persino
spietato: nella sua carriera di petroliere di successo ha licenziato cinque
amministratori delegati “perché ritenuti inadeguati all’azienda”. Era lavoro. Racconta la storia del gruppo fondato da suo padre Edoardo. Parte
da lontano, dagli anni Trenta. “Papà È stato il primo laureato in chimica industriale a Genova. Ha cominciato
prestissimo, ha fatto la campagna saccarifera come dottore chimico nello
zuccherificio di Porto Tolle, in Polesine. Poi nel 38 ottiene dal podestà di Genova la licenza per il commercio di prodotti derivati dalla lavorazione
del petrolio e del catrame”. Edoardo Garrone ha il senso dell’impresa e fonda la Erg, acronimo di Edoardo Raffineria Garrone. Ditta
individuale, in località San Quirico, via Romairone, senza numero. Dice Riccardo: “Papà ci ha insegnato il rigore e la severità. Soprattutto con noi stessi”. Racconta una piccola storia di Natale: “Ero bambino, mi regalò un arco e le frecce. Mi disse: ‘Vai a giocare fuori’. Io dissi: ‘Sì, papà, subito’. Ma fuori faceva molto freddo e io volevo tirare lo stesso. Allora andai in
cucina e di nascosto disegnai un cerchio sullo scuro della finestra. Papà se ne accorse, prese arco e frecce e li fece a pezzi davanti a me. Non dico
quanto piangere. Ma lui disse: ‘Avevi dato la tua parola e non l’hai rispettata’. Ho raccontato spesso questo episodio: la lezione mi È servita. Le etichette non contano. Contano la serietà e la parola data. I miei figli, i miei amici, i miei collaboratori lo sanno.
Conta l’impegno, il dovere. Sono stato anche candidato al Senato per il Partito
repubblicano, ho ottenuto buoni consensi, mancavano solo mille voti per essere
eletto. Meglio così...”. Diventa il numero uno della Erg a 27 anni. Nel 63, in Norvegia, durante una
battuta di pesca al salmone, muore Edoardo e il giovane Duccio, laureato in
chimica industriale come il papà, prende in mano la grande azienda» (Germano Bovolenta).