Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
GANDHI
Sonia (Sonia Maino) Orbassano (Torino) 9 dicembre 1947. Politico. Vedova di Rajiv
Gandhi • «La straordinaria, testarda, determinata tessitrice che ha riportato, contro ogni
scommessa, il Partito del Congresso e la dinastia Nehru-Gandhi al potere a
Delhi. Per molti indiani, per i Figli della mezzanotte che vissero l’indipendenza del 47 dall’impero britannico ma anche per i giovani e meno giovani che hanno accompagnato l’epopea democratica dell’India è questo, più che il boom economico del quale pochi beneficiano, il vero miracolo del 2004.
La dinastia non è morta, Sonia l’ha salvata. Non era questa, certamente, la storia che aveva pensato per sé la giovane Sonia, famiglia di piccoli costruttori, quando, a metà degli anni Sessanta, era partita per Cambridge, obiettivo studiare l’inglese. Ma è lì che il destino si rivelò: aveva il volto di Rajiv Gandhi e sarebbe stato straordinario e drammatico.
Rajiv, rampollo della dinastia più importante della democrazia più grande del mondo, giurava alla ragazza che mai sarebbe entrato in politica come
il nonno Jawaharlal e la madre Indira: avrebbe fatto il pilota di aerei
commerciali. Si sposarono, nel 67, e fino all’80 vissero in India come una normale (quasi) famiglia borghese. Quell’anno, però, veniva a mancare Sanjay, fratello di Rajiv e destinato dalla famiglia a tenere
alta la bandiera nel Congresso e nel Parlamento. Sonia era terrorizzata dalla
prospettiva che dovesse essere Rajiv, a quel punto, a entrare in politica. E la
nuora italiana litigò violentemente con la suocera. Fino all’84, però, quando le guardie del corpo assassinarono Indira Gandhi, primo ministro d’acciaio dell’India che cercava di strappare milioni di contadini alla fame, si lanciava nella
“rivoluzione verde” e cercava un ruolo, anche nucleare, sul pianeta. Per Rajiv fu obbligatorio
scendere in campo e nei mesi successivi stravinse un’elezione che lo lanciò nel firmamento della politica indiana. Il destino si ripresentò drammaticamente nel 91, quando, durante un viaggio elettorale, Rajiv (che nell’89 aveva perso le elezioni e il posto di primo ministro) fu ucciso da una bomba
innescata (pare) dalle Tigri del Tamil. Solo alla metà degli anni Novanta la timida Sonia, di fronte ai rovesci elettorali del
Congresso, iniziò ad avvicinarsi alla politica attiva. Anni di cucitura, di studio di una lingua
difficile (l’hindi), di amarezze per le accuse di essere “forestiera”. E le sconfitte elettorali nel 99 e nelle elezioni locali 2003, che sembravano
aver segnato la fine del Congresso e della dinastia Nehru-Gandhi al cospetto
della coalizione di governo, nazionalista, che vinceva su tutti i tavoli» (Danilo Taino)
• «Indira Gandhi “è stata una mamma per lei”. La aspettava alzata quando tornava dai comizi per darle da mangiare e lavarle
i piedi gonfi di stanchezza. è stata Indira ad aiutarla a non soffrire di nostalgia, a diventare indiana nell’anima. Sonia la ricambiò imparando l’hindi alla perfezione, tanto che alla fine lo parlò meglio del marito. La sua volontà e dedizione conquistarono il cuore di Indira. Sonia è intelligente, moderna, ma accetta le regole della società indù che vuole le ragazze schiave obbedienti e discrete delle loro suocere
onnipotenti. Lo fa con piacere, senza mai recriminare nulla» (La Stampa)
• Ha due figli: Rahul e Priyanca. Le rare volte che concede un’intervista a giornalisti italiani evita con cura di parlare del suo passato
italiano o della sua esperienza di italiana in India. Con tutto il suo essere
comunica all’interlocutore: «Io sono indiana».