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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

GALAN Giancarlo Padova 10 settembre 1956. Politico. Di Forza Italia. Presidente della Regione Veneto (dal 95) • «L’unico politico in Italia al quale puoi fare ogni genere di domanda senza che faccia una piega

GALAN Giancarlo Padova 10 settembre 1956. Politico. Di Forza Italia. Presidente della Regione Veneto (dal 95) • «L’unico politico in Italia al quale puoi fare ogni genere di domanda senza che faccia una piega. Alto un metro e novanta, due spalle a quattro ante, il passo pesante di chi non si nega neanche ai fagioli con le cotiche o alla trippa più unta, il “Galan Grande” è un carnoso monumento alla ingordigia. Uno che in certe trattorie sui colli Berici può mangiarsi come niente una vasca di nervetti di bue, minestrone di fagiano, risotto con le quaglie, “assaggio” di bigoli all’anatra e poi passare allegro alle grigliate miste o agli stufati di musso annaffiati dal cabernet o dal merlot. Serate indimenticabili, chiuse talora tra fisarmoniche e canti goliardici. Quando Silvio Berlusconi lo impose la prima volta alla presidenza del Veneto, primavera 95, strappandolo alle trattorie romane dove aveva scoperto la sugosa bontà della coda alla vaccinara, Giancarlo Galan di anni ne aveva 39. Il più giovane “governatore” d’Italia. Figlio d’un primario radiologo padovano, cresciuto nel quartiere dell’Arcella dietro la stazione, diploma di liceo classico, laurea in Legge, troppo giovane per partecipare al 68, ha vissuto invece il 77. Più che la famosa “Pantera”, però, racconta, lo attirava una bella giumenta marxista-leninista. La quale, resolo edotto sulla elettrificazione delle campagne e altro, non riuscì tuttavia a strapparlo al suo schieramento politico: la micro-ala biondiana della micro-corrente centrista-patuelliana che dentro il microscopico partito liberale dava guerra alle micro-fazioni della sinistra tecnocratica di Zanone e della destra di Sterpa. “Quando fecero fuori Alfredo Biondi restai così disgustato che chiusi. E per dieci anni non aprii più una sola volta le pagine di politica”. Riprende a studiare, segue un master di finanza e marketing alla Bocconi, tra i docenti esterni invitati a chiusura del corso conosce Marcello Dell’Utri. Finito quello, gli offrono un posto all’Efim, frigge un po’ nell’indecisione finché decide d’andare a trovare il braccio destro del Berlusca: “Marcello mi vede e mi fa: ‘Ti stavo aspettando’. A me! Tanto mi entusiasma il progetto che rinuncio al contratto all’Efim da 40 milioni l’anno e accetto di andare a Publitalia per 19 milioni e 200 mila lire lorde l’anno. Un milione e due al mese. E ne pagavo 700 mila d’affitto per un buco davanti a San Vittore”. Sei anni dopo, nel 93, ha già comprato una casa e il suo stipendio è salito di 22 volte: da 19 a 416 milioni. Così, quando il Cavaliere gli chiede di dargli una mano a organizzare il partito-azienda, è come se glielo chiedesse il Messia. Sgomita come un matto, conquista l’elezione alla Camera quel famoso 27 marzo del 94, viene investito della candidatura a presidente regionale nel 95, comincia a battagliare con Roma conquistandosi le prime pagine quando manda a dire al presidente Scalfaro di non farsi vedere dalle parti di Venezia perché non è il benvenuto. Non perde occasione di attaccare briga. I nemici con i quali scazzotta sono soprattutto tre. Il primo è Roma, in nome di un patto così stretto con la Lega che spesso strilla più forte dei leghisti. Il secondo è Massimo Cacciari, verso il quale soffre di un inguaribile complesso d’inferiorità intellettuale e di uno schiacciante complesso di superiorità manageriale che lo porta a schermare scegliendo come terreno anziché le citazioni su Kierkegaard quelle sul pirata Long John Silver. Il terzo sono gli avversari interni a Forza Italia e al Polo. L’unica colpa che confessa, riconoscendosi così in ciò che ha scritto Pietrangelo Buttafuoco che l’ha paragonato a Gigi Ballista, il fantastico caratterista veneto che recitò la parte del porco in film indimenticabili come Giovannona Coscialunga, è che ha una certa fortuna con le donne» (Gian Antonio Stella).