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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

FUNARI

Gianfranco Roma 21 marzo 1932. Conduttore tv. «Il concetto base del talk show è il seguente: chiamare gente qualunque, dargli un tema, e farglielo svolgere
indipendentemente dal linguaggio che questa gente usa» • Rappresentante, croupier, nel 67 è stato notato da Oreste Lionello che gli ha proposto di partecipare ai suoi
spettacoli di cabaret. Debutto al Derby di Milano, nell’80 è arrivato in tv col programma di Telemontecarlo Torti in faccia, cui è seguito Aboccaperta, nell’84 portato in Rai. Il grande successo è arrivato con Mezzogiorno è (Raidue 87-90) e Mezzogiorno italiano (Italia1 91). Allontanato dalla Fininvest dopo una polemica con Berlusconi, ha
condotto Zona franca, trasmesso su 75 emittenti locali sparse in tutta Italia. Tornato su Rete4 nel
93 (Funari News, Punto di Svolta, L’originale), ha poi diretto senza fortuna il quotidiano Indipendente • «Io li ho messi davvero i politici in mutande, e sembra assurdo, ma c’era molta più libertà in questo senso ai tempi di Andreotti e Craxi che oggi. E che io Craxi l’ho ridotto male, pieno di botte e cicatrici. Ma sa quale è stato il vero reato dei potenti italiani? Non le tangenti, che rappresentavano
un costo politico, ma l’aver permesso di far carriera a chi non aveva talento e aver impedito la
carriera a chi aveva talento. Io ho avuto fortuna, la maggior parte no»
• «Tutti i più grandi registi mi dicevano: a Gianfra’, sei una faccia rubata al cinema. Ma il cinema è una cosa seria, rimane, come i libri, mica come la politica, dove tutti sparano
cazzate e una in più o una in meno non fa differenza. O la tv, che scorre come la piogga su un
impermeabile e non c’è più valida improvvisazione, capacità di rispondere alle reazioni del pubblico. Tutto è prefissato, anche la pausa pipì. Datemi un ragazzino di vent’anni e in tre mesi lo faccio diventare come quello che fa l’
Eredità» • «Gianfranco Funari, in mutande o in cravatta, che fuma e che sfuma, che blatera
scurrile e dice alla telecamera: “Aho’, inquadrame le cosce de ’sta signora. Mo’ si scopro che l’ascolto s’empenna, m’encazzo”. Funari è il più avanti di tutti. La sua gestualità è cosa da grande attore ottocentesco. Frase sincopata in attesa di sincope.
Punta, è chiaro, a morire in diretta su Odeon Tv. Antonio Di Pietro lo incalza: “Unisciti a noi, all’Italia dei Valori”. E lui, come un re Lear assente, usando i mezzi toni, dopo una pausa
obiettivamente sublime: “... Beh, io no, non posso, sto pe’ morì... lei capisce”» (Giancarlo Dotto)
• «L’aspetto più sorprendente e ribelle di Gianfranco Funari è la sua fanciullezza. Mascherata (dalla barba bianca), travestita (da mille
acciacchi, altrimenti detti bypass), occultata (dalla mitica Morena) ma pur
sempre fanciullezza, indomabile fanciullezza. Insomma, Gianfranco è un eterno bambino: imprevedibile, capriccioso, geniale come lo sanno essere
solo certi bambini. Da alcuni anni sta patendo una sofferenza professionale: è lui il vero emarginato della tv italiana. Altro che Santoro! Messo in disparte
perché selvaggio e privo di controllo (in tutti i sensi), viene tuttavia invitato
perché secondo le auree leggi della tv moderna fa audience. Quando appare in scena, i
programmi di cui è ospite lievitano negli ascolti, da
Markette a Matrix. Perché allora non dargli una trasmissione tutta sua? Perché non sfruttare questa sua capacità di attrarre la “gente”? Anche i bambini soffrono, e Funari soffre di questa situazione. Come un
bambino ha biasimato Angelo Guglielmi perché in una recente intervista non lo ha citato, come un bambino ha lodato Gianni
Minoli perché ha avuto parole lusinghiere nei suoi confronti (perché allora non affidargli La storia siamo noi?). Ma il dispetto più grande l’ha fatto a noi spettatori. Invitato in una trasmissione che si chiama Il senso della vita (Canale5, giovedì, ore 23.33) ha pensato bene di parlare di morte. Non però nei modi descritti lì per lì da certi necrofori dell’interpretazione (l’agonia come genere) ma da bambino bizzoso. Con Morena che faceva vistosamente le
corna. Con tutto lo studio che, diciamo così, esorcizzava. Funari ha i suoi anni (è del 32, non sono nemmeno tanti), ha vissuto alla grande e ha scoperto che ci si
mantiene giovani portando disordine e un po’ di parapiglia nella propria e nell’altrui vita. Poi ha avuto la fortuna di trovare Morena e invece di farle da
padre si è messo fare il figlio. Beato lui. Lunga vita a Funari! Ci sono conduttori, più giovani di lui, che sono morti da vent’anni e vanno ancora in onda» (Aldo Grasso a fine 2005)
• «Vengo da una famiglia di fumatori incalliti. A casa nostra c’era la nebbia tanto era il fumo. Mio nonno è morto a 108 anni. Io accendo una sigaretta dopo l’altra senza soluzione di continuità. In gergo televisivo: è un unico piano sequenza» • Una volta è andato in video senza dentiera. Meraviglioso.