Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
FRESU Paolo Berchidda (Sassari) 10 febbraio 1961. Trombettista • «Un gentile folletto la cui tromba è ormai una delle più belle certezze del nostro jazz nel mondo
FRESU Paolo Berchidda (Sassari) 10 febbraio 1961. Trombettista • «Un gentile folletto la cui tromba è ormai una delle più belle certezze del nostro jazz nel mondo. Amatissimo in Italia, in Francia praticamente un idolo, viene da un paese di tremila anime ai piedi del Monte Limbara, sul confine fra Logudoro e Gallura. Famiglia contadina con padre poeta che dopo anni di perplessità per quel figlio e la sua “trombetta” oggi vuol vedere persino le rassegne stampa in francese» (Paolo Russo) • «Presentarsi su un palco da soli, con l’unico accompagnamento di una tromba, è come presentarsi nudi. Non scappa niente, non si può nascondere niente. Bisogna essere perfetti, o molto umani. Ma la cosa davvero incredibile è che quando Paolo Fresu si è presentato alla sala Santa Cecilia dell’Auditorium di Roma, la più grande, ad aspettarlo c’erano 3000 spettatori. Un esaurito che scardina ogni previsione. Ma come, un concerto di sola tromba, neanche fossimo tornati alle avanguardie degli anni Settanta quando i jazzisti corsari imponevano a volte un assolo di un’ora e mezzo? Eppure è successo» (Gino Castaldo) • «Volerlo definire, inscatolare in una categoria è la cosa più difficile. Che in partenza sia un trombettista jazz è l’unica sicurezza. Ma da anni la sua attività ha un raggio d’azione talmente ampio che è persino complicato tenergli dietro» (Aldo Lastella) • «La musica l’ho scoperta a 11 anni nella banda del paese, intanto prendevo per caso un diploma di perito elettrotecnico e, nell’83, quello, invece fortemente desiderato, in tromba al conservatorio. L’indipendenza economica conquistata insegnando musica alle medie mi ha permesso di arrivare alla svolta dell’84, quando ho capito che suonare poteva diventare la mia vita: il disco Ostinato mi fruttò i primi premi della critica, RadioRai e Musica Jazz. In più in quegli anni c’erano anche pochi trombettisti in giro...».