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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

FRECCERO

Carlo Savona 5 agosto 1947. Dirigente televisivo. Dall’agosto 96 al febbraio 2002 è stato direttore di Raidue. Prima era stato direttore dei programmi di Italia1,
assistente del presidente a Rete4, direttore de La Cinq e di Italia1,
consulente di Raiuno. «In questa televisione provinciale vincono i caratteristi: quelli sovrappeso, che
parlano male, hanno il doppio mento, sono senza collo» • «La sua fama di innovatore televisivo comincia in Mediaset che però allora si chiamava Fininvest. A Parigi, alla Cinq (sempre per conto di
Berlusconi), il genio non funziona e il giovane creativo deluso ripara in
Italia. A capo di Raidue, Enzo Siciliano presidente, viene accolto come
salvatore della Patria. Il primo anno qualche novità la tenta per davvero e il Macao demenziale di Gianni Boncompagni e Alba Parietti diventa il tormentone
nazionale. Poi, l’affloscio» (Pietrangelo Buttafuoco) • «Diventato direttore, l’8 agosto 96 coniò uno slogan per la sua Raidue: “L’innovazione e la memoria”. Ha tenuto fede al suo motto. Il programma per cui sarà ricordato è Anima mia, un vero cult: partito il 24 gennaio 97, in prima serata, con Fabio Fazio,
Claudio Baglioni e Sabina Ciuffini, è stato un trionfo (oltre 6 milioni, fino a 7 milioni e mezzo nell’ultima puntata), ma soprattutto per la critica tutta favorevole. A rimpiazzare Anima mia ci pensò Pippo Chennedy show, per l’occasione Dandini&Co lasciarono la terza rete per Raidue. Lontani dai 6 milioni, il programma fu
però un discreto successo. Ma non tutto è stato felice: la storia di Carosello di Marco Giusti, con Ambra in versione
intellettuale, non andò secondo le previsioni. Piovvero le critiche: improvvisazione. E Macao? Da tv del vuoto a unico programma intelligente (Enzo Siciliano dixit). Lo show
con Alba Parietti diventò una sorta di Quelli della notte versione giovane e gli ascolti potevano considerarsi soddisfacenti. Dopo la
pausa estiva, il declino. E un’ingloriosa chiusura forzata (gennaio 98) per mancanza di telespettatori» (Maria Volpe) • «Appena arriva a dirigere una rete assesta un paio di mazzate in giro. All’inizio il sangue sgorga copioso, la circolazione di idee e di articoli sui
giornali è esuberante. Il salasso rinvigorisce gli ascolti e le opinioni degli opinion leader. Poi però inizia la coagulazione: audience e simpatie si rapprendono, la televisione
cicatrizza le novità e comincia la fase di rigetto: l’ordine della tv (l’ordine dei politici, l’ordine dei cassieri, insomma l’ordine) deve sopravvivere al disordine. E la televisione sopravvive a Freccero» (Gualtiero Peirce) • Su Berlusconi: «Ci siamo conosciuti al Giornale nuovo. E ci siamo lasciati quando cominciava a
prendere forma il suo progetto politico. Io non ero d’accordo. Lui, a differenza di me, era anche convinto che Bettino Craxi non
sarebbe stato travolto da Mani pulite. Una mattina mi chiamò e mi disse che non potevamo più lavorare insieme. Era il 5 maggio del 92».