Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
FOSSATI
Ivano Genova 21 settembre 1951. Cantante. Autore. «Da sempre desidero che le mie canzoni si rappresentino da sé, nelle parole e con la musica. Ho derogato in un solo caso: per l’Ulivo di Veltroni cui concessi come inno l’utilizzo della mia La canzone popolare. Oggi però non lo farei più» (a Gloria Pozzi nel 2002) • Primo album, Dolce acqua, nel 71 alla guida dei Delirium, primo successo nel 72 con Jesahel, tre anni dopo ha intrapreso la carriera di solista. Canzoni di maggior
successo: La musica che gira intorno, La mia banda suona il rock, Italiani d’Argentina, La costruzione di un amore • «Il cantautore nobile e un po’ filosofo, schivo e intricato» (Sandra Cesarale) • «Bisogna fare i conti con le proprie scelte, io la mia l’ho fatta nell’84, con l’album Ventilazione. Le possibili conseguenze le avevo già previste: essere un po’ più soli, più fuori dal mercato. Ma quello che m’interessava era vedere se nella canzone, in questo bel contenitore di quattro
minuti, ci potesse stare qualcos’altro, non dico di meglio, perché io sono innamorato delle canzoni tradizionali, ho una venerazione per gli
autori degli anni Sessanta, quelli che sapevano scrivere le vere canzoni di
intrattenimento, è solo che io poi ho scelto una strada diversa. Io ho una sconfinata ammirazione
per autori come Bardotti e Endrigo che erano riusciti a tenere una linea
perfetta di intrattenimento, ovvero canzoni che potevano anche andare a Sanremo
però contenendo qualcosa di distorto, di bello, di obliquo, con delle forti
intuizioni. La più riuscita delle canzoni che ho fatto per altri? Non sta a me dirlo, spesso
citano
Pensiero stupendo, o anche canzoni che io chiamo canzoni-gioco come Non sono una signora» • «Ancora oggi, come quando avevo 16 anni, passo serate intere a leggere l’atlante. A scrutare posti dove non sono stato, a cercare quelli che ho visitato,
a fare fantasie su quelli dove non andrò mai. Mi sento molto più libero di come mi si dipinge» (da un’intervista di Giuseppe Videtti) • • «I miei compositori preferiti? Gli italiani. Primi fra tutti Morricone e Rota
quando scrivevano per Leone e Fellini» • «In una vecchia sala di Genova, dopo aver visto una commedia americana. Ero
ancora un ragazzo e mi innamorai delle colonne sonore. Cominciai a
collezionarle. Non sopportavo le canzoni: mi sembrava che le parole
disturbassero la musica, ne intralciassero il cammino. Poi arrivarono i Beatles
e per fortuna cambiai idea...» (da un’intervista di Enzo D’Errico).