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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

FORMICA

Rino (Salvatore) Bari 1° marzo 1927. Politico. Socialista. Più volte ministro, è uno dei pochi che dopo la fine del Psi di Bettino Craxi, demolito dal ciclone
di Mani pulite, non abbia cercato una via di sopravvivenza politica: a destra o
a sinistra • «Ex pluriministro passato alla storia del Psi come “anima critica” dello stesso Craxi e a quella della Prima Repubblica come battutista celebre,
di quelli capaci di folgorare un avversario con una frase (De Mita? “Un fascista bianco”. Andreatta? “Una comare di Windsor”. Scalfaro? “Una mammoletta...”). Quell’epigramma che ha racchiuso un’epoca: nani e ballerine» (Davide Perillo) • «Nani e ballerine nasce con la trasformazione del congresso di Verona, 84. Il
Comitato centrale muore. E al suo posto nasce l’Assemblea nazionale, fatta da tre componenti: il partito dell’apparato, il partito degli eletti e il partito dei cooptati dalla società civile. Gente inserita nella classe dirigente per la sua influenza nel mondo
delle professioni, dello spettacolo, dell’informazione. Prima del congresso ci fu una direzione in cui Craxi introdusse la
proposta. Io fui l’unico a votare contro. Litigammo. Mi sembrava un principio che avrebbe snaturato
il partito. L’apparato si sarebbe chiuso sempre più in se stesso. Il partito degli eletti si sarebbe frazionato in una serie di
partiti personali locali. E i cooptati avrebbero fatto da copertura a uno
sgretolamento. Sarebbero diventati tutti nani dal punto di vista politico e
tutt’al più si poteva fare un bel girotondo intorno al capo. I partiti, da noi, sono nati
con un compito preciso, assegnato dalla Costituzione: organizzare la vita
democratica del Paese. Negli anni Ottanta questo sistema era già in crisi da tempo. La società italiana era molto più libera, ma i partiti non avevano saputo trovare nuove forme per organizzare
queste libertà. Neanche il Psi. Era un escamotage pensare che tirar dentro qualche personalità potesse risolvere il problema. Anche se, presi uno per uno, erano tutte brave
persone... Molti anni prima Fernando Santi, l’ex segretario della Cgil, per dimostrare come il Psi fosse un partito che aveva
rotto gli schemi un giorno si portò suo nipote in direzione. Quello si sedette lì e partecipò a tutti i lavori. Nessuno si domandò: ma chi è? Bene, ai tempi di nani e ballerine succedeva la stessa cosa, ma in maniera
sistematica. L’assemblea era diventata un meeting. Una specie di raduno degli alpini: alla fine
si fraternizzava pure, perché se lei va al raduno degli alpini e si mette un cappello in testa poi finisce
che fa amicizia... Ma dentro c’era di tutto: amici, amici degli amici, giornalisti con il registratore
acceso... E non sconcertava niente».