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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

FIORUCCI

Elio Milano 10 giugno 1935. Stilista. Figlio di un commerciante di scarpe. «L’uomo che ha distrutto la moda» (Enzo Biagi) • «“È un sognatore, signora, guarda sempre fuori dalla finestra”. Così diceva il maestro a una mamma bruna, con gli occhi neri e brillanti e un
sorriso di quelli che si fanno perdonare tutto. Lo stesso sorriso del figlio.
La mammina e quel bimbetto, sfollati durante la guerra sul lago di Como, si
assomigliavano moltissimo, tanto che il figlio, diventato grande e famoso, dice
con tenerezza: “La mia mamma sembrava me”. Il maestro di quel bambino aveva capito fino a un certo punto perché da adolescente, da giovinotto, da adulto quel sognatore si rivelò uno che i piedi sapeva tenerli anche per terra. Elio Fiorucci, quel ragazzino
che tanto somigliava alla mamma, ereditato un negozio di pantofole, ha
costruito da solo il più allegro, avanguardistico impero della moda che il made in Italy ricordi.
Fiorucci È sempre stato l’avanguardia e lui rispecchiava le sue vetrine. Con quella faccetta tonda da
signora perbene e quegli occhi malandrini da ragazzino permale Fiorucci ha
segnato la moda giovanile italiana e lui si È lasciato segnare dai giovani. È sempre la curiosità a guidarlo. Lui vuole sapere tutto prima degli altri. Se una nuova moda arriva
dall’America, dalla Cina o dall’India È certo che lui già lo sa e ha già fatto in modo che il suo negozio abbia tutto. Il suo rapporto onnivoro con la
vita È uguale a quello che ha avuto con le donne: ha preso, dato, cambiato, sempre con
quella rapinosa voglia di vivere che escludeva la cattiveria, ma certe volte ha
incluso un eccesso di casino, di cui era sempre lui il primo a stupirsi,
sgranando gli occhi di mammà su quelle guanciotte, tenere, da eterno bambino. Vicino a lui, nei momenti più significativi della sua vita, sempre donne forti: una Cristina che metteva a
posto i suoi sogni e poi una piccola, straordinaria, caparbia Gioia che gli ha
regalato la vita. Ciò che colpisce di più in Elio Fiorucci in tutti i momenti della sua esistenza, sia quando era una
cicalona sia adesso che ha scelto la via della formica mistica, È la grazia violenta dei suoi rapporti con gli altri. La passione È violenta e lui È un uomo appassionato, appassionato di ogni novità. Con quella passione, soffusa di grazia, si È fatto avanti tutta la vita nel lavoro e con le donne. Lui ama pensare di sé che da cicala si È trasformato in formica, per chi lo conosce bene la metamorfosi È meno netta perché Elio È uno straordinario personaggio kafkiano a due facce: quella che guarda fuori
dalla finestra e si perde nella contemplazione o quella assetata di novità che non si vuole mai fermare. Sapere, credere, cambiare veramente se stesso.
Anche nei momenti più duri della sua vita Fiorucci È sempre rimasto un bambino, quel bambino che tanto assomigliava alla sua mamma» (Lina Sotis).