Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
FIORONI
Giuseppe Viterbo 14 ottobre 1958. Politico. Ministro dell’Istruzione nel Prodi II. Sindaco di Viterbo dall’89 al 95. Deputato dal 96 (Ppi) • «Medico, vicino al presidente del Senato Franco Marini e gradito al presidente
della Cei Camillo Ruini anche per il sostegno nella campagna astensionista dell’episcopato italiano sulla procreazione assistita. Quando il leader dei vescovi
italiani fece appello alla “compattezza dei cattolici nell’astensione”, fu l’ex Dc Fioroni a zittire gli alleati diessini che gridavano all’interferenza vaticana mirata a far fallire il raggiungimento del quorum» (Giacomo Galeazzi)
• «Beppe Fioroni significa Dc, Prima Repubblica (non per appartenenza ma per
scelta), Andreotti, Marini, cardinali. Avversario della lista unitaria (“Se Prodi vuole la conta facciamola, ma può essere l’anticamera della distruzione”), freddino verso l’Ulivo, non entusiasta del partito democratico, quello che verrà, è invece uomo di partito, quello che c’è. Responsabile enti locali della Margherita. L’uomo dei contatti estivi con i transfughi del centrodestra: Covello sì, Borriello no, Falanga forse, Verzaschi meglio all’Udeur. L’uomo che in Sicilia tratta con l’autonomista Lombardo, lavora fino all’ultimo per Latteri contro la Borsellino e vista perduta la partita tenta il
colpo: “Non sarebbe meglio rinviarle, queste benedette primarie?”. L’uomo che sul quotidiano della Margherita Europa esulta in campagna elettorale: “Stavolta il motore sono i partiti, non i candidati!”. L’uomo che passa al Senato la notte precedente l’elezione di Marini, contribuendo a inventare l’escamotage per scovare i franchi tiratori: “Allora, noi della Margherita votiamo ‘senatore Franco Marini’, l’Udeur ‘Franco senatore Marini’, i Ds ‘Franco Marini’, l’Italia dei Valori ‘Marini Franco’...”. L’organizzazione e l’apparato, la tekné politiké e il mestiere. Non c’è nulla di male: c’è bisogno di uomini come lui. è anche molto gentile nel tratto [...] Angiologo, ricercatore al Gemelli e
direttore-ombra del pronto soccorso parlamentare: se qualcuno tra i colleghi o
i giornalisti politici (con cui ha ottimi rapporti) si sente poco bene, Fioroni
ha sempre una parola tranquillizzante e una pasticca giusta. Con cardinali,
vescovi, preti semplici Fioroni ha consuetudine fin da ragazzo. Capo-scout,
dirigente dell’Agesci, iscritto alla gioventù democristiana, è cresciuto con Andreotti ed è diventato uomo con Marini (pur lavorando per il secondo contro il primo al
Senato, ha comunque ribadito la sua stima per il Divo Giulio) [...] Sindaco di
Viterbo a 31 anni (il più giovane sindaco di un capoluogo di provincia), deputato a 37, il neoministro è sbadato - a Montecitorio ha perso tre cappotti in cinque anni - ma spiritoso.
Ha anche raccolto le sue battute polemiche in un libro, che nella copertina e
nel titolo ricordava la confezione di un farmaco:
Insultatina 01. Contro maldicenze, dolori legislativi, accanimenti politici,
sindromi da ribaltone, prestigiosa prefazione del leghista Alessandro Cè (“Mi ha convinto supplicandomi: ‘Alessa’, famme un regalo de Natale bipartisan...’”)» (Aldo Cazzullo).