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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

FERRERO

Massimo Roma 5 agosto 1951. Produttore cinematografico • «I film in bobina, si sa, in gergo si chiamano “pizze”. Quello che invece non si sa è che i film prima di essere prodotti sono caciotte. O mozzarelle, pecorini e
caciocavalli. Non è una battuta, è la realtà. Almeno per Massimo Ferrero, produttore tra i più prolifici del nostro cinema con la sua Blu Cinematografica (realizza un paio di
film a stagione da almeno sette anni), che finanzia le enormi perdite dovute
alla sua passione per il cinema con i sei caseifici di cui è contitolare con la moglie Laura Sini. “E con i quali siamo i primi esportatori di caciotte negli Stati Uniti”, afferma con orgoglio» (Antonello Sarno)
• «Ho lavorato con tutti i grandi registi: Marco Risi, Federico Fellini, Luigi
Comencini, Mario Monicelli, e anche Nanni Moretti. Poi ho conosciuto mia
moglie. Suo padre aveva un caseificio e da lì — grazie al suo sostegno — sono arrivati i fondi per cominciare a produrre in proprio. Un disastro. Ho
sempre perso, con tutti i film! Ormai mi chiamano Mister Flop. Qualche titolo? Libero burro di Sergio Castellitto, presentato a Venezia nel 99. Ci ho rimesso un miliardo
di allora. Un altro miliardo in fumo con La carbonara di Gigi Magni, con Nino Manfredi, l’anno dopo. Eppoi, Il dolce rumore della vita di Giuseppe Bertolucci, con Francesca Neri: lì sono andati in fumo 7-800 milioni, mentre 1 miliardo e sei sono spariti con
Giacomo Campiotti e il suo Tempo dell’amore. Ma la perdita più forte l’ho avuta con Io no della coppia Izzo-Tognazzi. Ci ho rimesso 3 milioni di euro, stavo per fallire,
me so’ dovuto vende ’na casa».