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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

FERILLI

Sabrina Roma 28 giugno 1964. Attrice. «Camminare e non essere volgari, con tutte queste tette, è impossibile»



VITA Figlia di Giuliano (ex capogruppo del Pci alla Regione Lazio) e di Ida,
casalinga • «Dai nove ai quattordici anni vendevo l’Unità porta a porta. Poi mio padre mi portava ai comizi. Ho passato l’infanzia a sentire Giorgio Napolitano, Giancarlo Pajetta ed Enrico Berlinguer» • Mamma Ida dice che appena nata era «perfetta: 3 chili e 20 grammi, senza un capello. Bellissima» • «Da bambina ero una Maradona al femminile: attaccatura dei capelli bassa, pelosa
come la figlia di Fantozzi, massiccia come un lottatore... un vero disastro.
Ricordo che negli anni prima dello sviluppo, il mio pediatra, vero luminare e
amico di famiglia, mi consolò con queste parole: “Pensa che i brutti anatroccoli, crescendo, diventano sempre belli, mentre il
contrario (cioè che i bambini belli restino belli anche da grandi) non succede altrettanto di
frequente»
• «Crescendo m’è venuto un seno grosso, pesante, che ancor oggi è fonte di complessi. Non sapevo se stare gobba per nasconderlo o dritta per
mostrarlo. Piacevo agli uomini molto più grandi di me — 30, 40, persino 50 anni — ma i miei compagni di scuola mi prendevano in giro (“Ammazza che bocce!”) come se portassi gli occhiali o l’apparecchio ai denti» • Di seno porta la quarta, di piede il 39 • Antonello Sarno stava intervistando la Ferilli e l’attrice, pur di non parlare del suo seno, elogiava ogni parte del suo corpo,
soffermandosi in particolare sull’orecchio. Prese poi a parlare dei suoi piedi, massaggiandoseli, e dopo aver
chiesto: «Tu insomma non conosci i miei piedi?» si sfilò gli stivaletti dal tacco affusolato. Sarno: «Effettivamente piedi degni di nota, magri e nervosi ma non leziosi, insomma da
modella». Ferilli: «Tutti i fotografi mi inquadrano i piedi. Sempre. Sì, è vero, i miei sono quasi da uomo, ma sono belli, al punto che nelle foto del
calendario sono quasi sempre in campo. Certo, vanno tenuti bene, a volte è proprio un lavoro, ma comunque ne vale la pena»
• Altre misure: 96-60-96. è alta un metro e 70, pesa 53 chili • Primo bacio a 13 anni. Lui era un compagno della scuola d’equitazione («Bruttino e di un palmo più basso di me»). Lei, innamoratissima, quando lo incontrava portava un registratore e una
cassetta con le canzoni di Baglioni e di Battisti («Le mixavo io, per creare una colonna sonora a effetto») • «Fino a diciassette-diciotto anni mi sentivo così sola che non puoi crederci. Ero rotondetta. Quando mi sono vista corteggiare
per la prima volta, è stato un dramma» (da un’intervista di Aurelio Picca) • Fa spettacolini in paese e la vede il regista Giuseppe De Santis, che le dà qualche lezione e le consiglia di tentare col Centro sperimentale di
cinematografia. Ci va e la bocciano: tra i commissari c’è Ingrid Thulin, che la giudica troppo italiana, non adatta all’esportazione • Particine, poi D’Alatri la sceglie per Americano rosso. Seguono Ferreri con Diario di un vizio (premio a Berlino nel 93: durante le riprese Jerry Calà fece finta di non sentire il ciak e restò con la faccia affondata nella sua scollatura) e Robilant per Il giudice ragazzino su Raiuno. è il successo • Tra gli altri film: La bella vita (Virzì, 94), Vite strozzate (Ricky Tognazzi, 96), Ferie d’agosto (Virzì, 96), Commesse (Capitani, 99, in tv) ecc • Da ultimo ha avuto un bel successo di critica ne La provinciale (2006) • Ha affiancato Pippo Baudo nella conduzione del Festival di Sanremo 1996: faceva
la mora, essendo la bionda Valeria Mazza • è stata bionda anche lei, nel 2004, quando ha fatto Dalida per France 2 e per
Canale5: «Ottimo successo nonostante l’attrice in Francia sia una semisconosciuta. Per prepararsi alla fiction di
France 2, ha visionato per mesi le cassette dei concerti di Dalida, ha studiato
a memoria 28 canzoni e alla fine è riuscita a far coincidere esattamente il labiale con la musica. A volerla a
tutti i costi nella parte è stato il fratello della cantante, Orlando, colpito dalle mani di Sabrina, “identiche a quelle di Dalida”. Il fisico prorompente, invece, non corrispondeva e così è stato inguainato in un bustier che ne ha ridotto le curve. La Ferilli, poi, non
sa una parola di francese. “Ha recitato tutto il copione in italiano e ogni tanto parlava con un forte
accento romano”, ha confermato Vittoria Scognamiglio, l’attrice napoletana che l’ha doppiata» (Antonella Zugna)
• Calendario sexy nel 2001 (un milione di copie) • In teatro: Rugantino, Alleluja brava gente, La presidentessa (2005-2006) • «Il critico teatrale Masolino D’Amico ha scritto, riguardo al mio personaggio di Rosetta nel ‘Rugantino’, che se migliorassi la voce entrerei nella leggenda. E a me quel giudizio m’è rimasto in testa. Mi brucia. So che col canto ho già fatto molto. Garinei mi prese nonostante sapessi intonare solo ‘Sandokan, Sandokan’. Oggi canto. Ma voglio entrare nella leggenda» è stata sposata con Andrea Perone (otto anni di fidanzamento, due di matrimonio,
poi la separazione). Si conobbero «al Sistina, durante Un paio d’ali, lo spettacolo di Maurizio Micheli. Lui fa il fonico, ci vedevamo tutte le
sere. Una certa sera ero molto giù per via di una mia cosa andata male, scendo una scala e incrocio Andrea che la
sta salendo. Andrea mi fa un sorriso grande così, enorme, immenso, che mi apre il cuore. Mi sono innamorata subito. è chiaro che quando passo all’attacco è perché sono certa di vincere. Al Sistina ci vedevamo di continuo, c’era stato tutto un gioco di sguardi. Ma a cena non ci siamo andati per niente.
Invece siamo andati dietro piazzale Clodio a baciarci. Due ore di baci, anzi,
un unico bacio lungo due ore»
• Si sono separati per i tradimenti di lui con Sara Varone, tra l’altro lo stesso tipo bruno della Ferilli • Adesso sta con Flavio Cattaneo, che è stato direttore generale della Rai: hanno iniziato a sentirsi per telefono all’inizio dell’estate 2005, quando già si parlava di una loro love story. Qualche telefonata ed alcuni sms per
organizzare l’azione legale intrapresa da entrambi contro alcuni giornali, e ai due è venuta voglia di conoscersi meglio.


FRASI «Mi piaccio da morire, così tanto che se m’incontrassi m’innamorerei di me! Mi sono sempre piaciuta, anche quando non ero bellissima,
perché l’aspetto esteriore conta solo se si fonde con il cervello. Altrimenti sarebbe
come portarsi la bellezza a spasso» • «Vorrei essere Totò con le tette» • «Ho una mia teoria sul seno. è proprio dal seno che si capisce il carattere di una donna. Le donne generose,
coraggiose, le partigiane hanno sempre belle tette. Più c’è avarizia, scarsa disponibilità, più la tetta si rimpicciolisce e s’ammoscia» • «Non credo che la carne debba far paura, anzi, al contrario. Più c’è carne meglio è. Le persone pelle e ossa simbolicamente emanano immagini di sofferenza e di
malattia. La carne è equilibrio, serenità. Non bisogna certo eccedere, però meglio tre o quattro chili in più che in meno. Sembra che il magro e il patito sia più intelligente perché soffre. Quelli che stanno bene preferiscono donne formose. I disturbati
psichicamente, invece, le anoressiche»
• «Io sono sempre sicura»


COMMENTI «Solare, ironica, pepata e croccante, forte come l’acciaio. Una di quelle persone che non hanno pace finché non riescono a risolvere i problemi di chi le circonda» (Micaela Urbano)


POLITICA «Lei è la diva incontrastata della sinistra, della sinistra de core, popolare e
onesta, non certo musa di quella sinistra tossica e nevrotica da attico
cinematografaro in via dei Coronari, a Roma, quella dei contributi statali dati
un tanto al chilo (di cachemire) (Pietrangelo Buttafuoco)


TIFO «L’unico matrimonio per me indissolubile è quello con la Roma, gli altri chissà...» (il giorno dopo il matrimonio) • Nel 2000 promise che se la Roma avesse vinto lo scudetto avrebbe fatto lo
spogliarello. La Roma vinse lo scudetto e dovette sfilare in due pezzi su una
passerella in mezzo a decine di migliaia di tifosi scalmanati (La7 pagò lo spettacolo duecento milioni di lire, il bikini fu venduto per beneficenza a
19 milioni e 300 mila lire). Tuttavia proprio in quel momento tornarono con
forza le voci che un tempo fosse stata laziale.


VIZI Cagnetta Nina, gatto Romolo • Passa quasi tutto il giorno chiusa in casa. Corre tutti i giorni su un tapis
roulant e vince la noia guardando intanto la tv. Non scende neanche per fare la
spesa, ma si fa portare tutto a casa (è questo, a suo dire, l’unico caso in cui si sente una star). Non guida, gira solo in taxi. La prima
cosa che fa la mattina: telefonare al padre. Beve il caffè senza zucchero. Cucina bene. Paolo Conti del Corriere della Sera andò a trovarla per un’intervista nel primo pomeriggio, la sorprese semidormiente «con la cucina invasa dai cascami di una colossale pasta con i broccoletti». Suo commento: «Oddìo come vivo» (Antonello Sarno)
• «Io sono una di quelle che adorano mangiare anche da sole, perché per me mangiare è proprio un momento di vero piacere. Io, per esempio, non ho mai mangiato né panini né altre porcherie del genere. Così come succedeva a casa mia, anch’io ci tengo molto a queste pause di tranquillità e così mi apparecchio per bene e per intero la tavola anche quando sono sola, anche
perché — al contrario di molte persone — mangiare da sola non mi dà alcuna tristezza, anzi, mi mette addosso una grande allegria. Metto in tavola
tutte le mie cose, le mie quattro o cinque pietanze preferite, i due-tre tipi
di pane che mi piacciono di più e, finalmente, mangio da sola: una meraviglia assoluta! I primi sono la mia
passione, sia da mangiare che da cucinare: un grande classico come la
carbonara, per esempio, lo trovo imbattibile, così come le melanzane alla parmigiana»
• «Ho sempre detestato i preliminari... Mi urta i nervi l’idea di una ventina di minuti di preliminari per arrivare al dunque. Se lui lo
volesse, guarda, gli direi, ’sti preliminari senza offesa falli con un’altra perché io non ci voglio avere niente a che fare... Questo senso di praticità che ho innato diventa un limite, un difetto. Io tarpo le ali, sono pratica,
sono una sforbiciata...» • «Penso che uno degli aspetti più belli del mio carattere è cazzeggiare» • «Sono una teorica dell’harem. A parti invertite, s’intende».