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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

FARANDA

Adriana Tortorici (Messina) 7 agosto 1950. Ex terrorista • «Componente della Direzione strategica nelle prime Brigate Rosse all’epoca del sequestro Moro e “postina”, insieme con Valerio Morucci, nei 55 giorni del rapimento, venne arrestata nel
79. Ha scontato sedici anni di prigione ed è libera dal 95. Vive in campagna, fa la fotografa, e, ormai, si dichiara “una non violenta convinta”» (Silvana Mazzocchi) • «Non ho mai ucciso nessuno in prima persona. Ma è lo stesso. Le responsabilità collettive sono un macigno. Dentro ti resta sempre qualcosa che ti dà la consapevolezza che nulla sarà più com’era» • «In quinta fui rimandata in matematica. Mio padre la prese in maniera tragica. Mi
sospese dalla famiglia. Praticamente mi carcerò in casa. Fratelli? Uno grande, giornalista, uno piccolo, avvocato. Ero timida,
permalosa, petulante, selvatica. Miti? Van Gogh, Sartre, i Rolling Stones, Bob
Dylan, Chopin. Mia mamma mi chiamava “quella dai fuochi fatui”. Mi innamoravo di tutto, dipingevo, facevo danza classica. E poi mollavo.
Volevo fare Belle arti. Ma mio padre considerava l’arte un terreno a rischio per una ragazza perbene. Scelsi Filosofia. La prima
volta che andai all’università chiesi dov’era l’aula sesta, dove si riuniva il movimento studentesco. Era il rifiuto a questa
scelta che sentivo obbligata»
• «C’era un aspetto quasi religioso nella lotta armata. Sposare una causa ideale,
dedicarle la vita… le Br avevano ingaggiato una guerra privata con lo Stato. Lo dissi anche, in
maniera provocatoria, agli altri della colonna romana, Gallinari, Balzerani,
Seghetti, Piccioni: “Non siamo più dei guerriglieri. Siamo dei terroristi”. Ci chiamavamo Movimento comunista rivoluzionario. Eravamo parecchi. Pensavamo
di ripartire su una linea più legata ai bisogni della gente. Nell’atto costitutivo avevamo escluso l’omicidio politico. Ho sparato due volte, alle gambe. Emilio Rossi, giornalista
della Rai. E Cacciafesta, professore universitario. E poi ho ferito due agenti
della Digos» (da un’intervista di Claudio Sabelli Fioretti).