Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
FABIANI
Fabiano Tarquinia (Viterbo) 17 maggio 1930. Manager • «Profilo gassmaniano, detto l’Etrusco, comincia in Rai nel 1955, come giornalista in quota democristiana.
Visto il personaggio, un’etichetta riduttiva, parola di Ettore Bernabei, plenipotenziario della tv di
stato per quasi un ventennio. Quando gli parlano del potere fanfaniano in Rai,
negli anni Sessanta e dei cambi alla guida della televisione, Bernabei ci ride
sopra: “Macché. C’era il problema di rinnovare i vertici, erano gli stessi da troppi anni, e io lo
feci. Presi Fabiani, per esempio, come caposervizio alla cultura, poi a poco a
poco lui divenne direttore del Tg1 e poi vicedirettore generale”. Fabiani in quegli anni s’inventa Tv7, settimanale di approfondimento di Raiuno che rinnova la semantica
delle immagini e il linguaggio radiotelevisivo. Sarà per questo che, sovente, quando si azzarda il totonomine per la presidenza Rai,
il suo nome esce regolarmente. L’ultima volta è accaduto nel marzo 2003, la candidatura fu avanzata dall’Ulivo, assieme al nome di Paolo Mieli, ma poi non se ne fece nulla. Diversamente
da Walter Veltroni, stile kennedyano, che non strombazzò la sua candidatura ai quattro venti ma lo nominò alla guida dell’Acea. Incastri del destino, come il pranzo di quest’anno, in aprile, al ristorante La porta di Alma, a Capalbio, assieme a Giorgio
Napolitano (futuro presidente della Repubblica) e a Claudio Petruccioli (futuro
presidente della Rai). Perché l’ora del desco, a Fabiano, ha sempre portato fortuna. Anni fa, raccontando la
vicenda di come la Fiat soffiò l’Alfa Romeo alla Ford (Fabiani condusse la trattativa in qualità di amministratore delegato di Finmeccanica, proprietaria dell’Alfa) ricordava: “Insieme agli altri direttori, aspettavamo il responso della First Boston (banca
che nel 1986 giudicò i profili finanziari delle offerte Fiat e Ford sull’Alfa, ndr) cucinando la pasta nella foresteria di Finmeccanica: era domenica
sera. Fu il banchiere Marco Capello a informarci: ‘L’offerta Fiat è finanziariamente più interessante’. L’avevano deciso in 15 minuti”. Velocissimi, come i mutamenti cui, negli anni, Fabiani ha guidato la stessa
Finmeccanica: la fusione con la Sifa, lo sbarco in Borsa, la megafusione con le
società operative Ansaldo, Elsag Bailey e Alenia, l’acquisto delle aziende ex Efim e altro ancora. Che si tratti di Rai o di Acea,
di Fiat o di Cinecittà holding (di cui è stato amministratore delegato), c’è e riesce a cogliere le novità. Nel 1998 accetta dal sindaco Antonio Bassolino, la presidenza di Napoli est,
ulteriore pagina di un manager che a Walter Veltroni piace un sacco, a Rutelli
piaceva, e che solo Gabriella Carlucci s’ostina a chiamare “ex boiardo”» (Il Foglio, 27 luglio 2006)
• «Una vita passata in quelle che una volta si chiamavano Partecipazioni statali.
Nel 78 è stato direttore generale dell’Iri, uno dei serbatoi di manager preferiti da Prodi, e quindi ha guidato prima
Autostrade e poi Finmeccanica. Nel 2000 il governo dell’Ulivo l’ha indicato come amministratore delegato di Cinecittà Holding, carica che ha lasciato nel 2003 per la presidenza dell’Acea, l’ex municipalizzata di Roma» (Paolo Baroni)
• All’epoca della Rai ruppe con Bernabei perché propenso ad aprire ai comunisti. Adesso, benché in quota Margherita, ha contro Rutelli perché troppo legato a Veltroni.