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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

ELKANN John Jacob New York (Stati Uniti) 1 aprile 1976. Vicepresidente Fiat (dopo la morte di Umberto Agnelli) • «Quando alla fine del 97, scomparso Giovanni Alberto Agnelli, l’Avvocato lo designa erede con una decisione “presa immediatamente per far sentire anche simbolicamente la continuità”, è un ragazzo alto e magro, con il viso che conserva i tratti delicati e incerti dell’adolescenza

ELKANN John Jacob New York (Stati Uniti) 1 aprile 1976. Vicepresidente Fiat (dopo la morte di Umberto Agnelli) • «Quando alla fine del 97, scomparso Giovanni Alberto Agnelli, l’Avvocato lo designa erede con una decisione “presa immediatamente per far sentire anche simbolicamente la continuità”, è un ragazzo alto e magro, con il viso che conserva i tratti delicati e incerti dell’adolescenza. I fotografi, prima di allora, lo avevano colto allo stadio, accanto al nonno. Giacca a vento rossa, capelli un po’ scomposti. Troppo giovane per entrare nel consiglio del più grande gruppo industriale italiano? Risponde Giovanni Agnelli: “No. Io, nel 43, avevo la stessa età”. John, detto “Jaki” o “Yaki”, primogenito di Margherita Agnelli, pittrice che sceglie soprattutto soggetti religiosi, e dello scrittore Alain Elkann, ha ancora il viso da ragazzo, e per i fotografi è ormai l’icona del “principino”. “è figlio di artisti, ma è un giovane normalissimo, sensibile e semplice”, dice Fratel Igino, direttore del collegio universitario torinese San Giuseppe, dove John, quando era studente al Politecnico, ha soggiornato per tre anni. “Di lui ho capito molto in due occasioni. Quando è arrivato qui, accompagnato dalla madre. Noi abbiamo una regola: tutti gli studenti per un anno rinunciano all’auto. Per un Agnelli, è una ‘legge’ un po’ strana. E lui? Ha detto: benissimo, ed è andato solo in motorino, un vecchio ciclomotore”. Il secondo episodio racconta dei legami profondi con il nonno. “La prima delle tante volte che l’Avvocato è venuto a trovarlo, mi ha chiesto di vedere la sua stanza. Non c’è problema, gli ho risposto, ma è un po’ austera, nessun lusso, ... E lui: ah, va benissimo. Guardi, è molto, molto meglio della mia stanzetta da ufficiale”. Chi lo conosce bene dice che, dal nonno, Jaki ha ricevuto non solo lo scettro, e in fondo anche l’onere, della “continuità” di famiglia. Ancor prima ha ereditato le passioni, aspetti del carattere, e perfino la “erre” che rende così simili le voci. Tutti conoscono il suo entusiasmo per le automobili, la vela, lo sci, il tennis e il calcio. “Sono diventato tifoso a tal punto — ha detto — che quando vado a Londra con i miei fratelli, li porto alla pizzeria Juventus”. Meno nota è invece la sua predilezione per uno sport che riporta al passato da ufficiale dell’Avvocato: per anni ha tirato di sciabola, confermando l’iscrizione all’esclusivo circolo della scherma. Al nonno, John “obbedisce” sempre, senza esitazioni, pur consegnandogli negli anni la certezza di un nipote dalla personalità tutt’altro che subalterna. Quando l’Avvocato gli fa capire di volerlo vicino, Jaki ci riflette un po’, ma non dice di no. Il ragazzo è cosmopolita da sempre: nasce a New York, vive in Gran Bretagna, Brasile e Francia. Conclude le superiori a Parigi, presso il liceo Victor Duruy, una delle scuole più severe della capitale d’Oltralpe: vi insegnò Filosofia anche Simone de Beauvoir nel 29. Per la laurea però la scelta è il Politecnico a Torino. Vive al collegio universitario, spesso l’Avvocato lo vuole con sé. Anche per poche ore. Come quando lo porta allo stadio in Germania. Partenza alle 19, rientro alle 24. Ad attenderlo c’è Fratel Igino. Nel frattempo scorre il tirocinio pratico. L’apprendistato prevede un mese da operaio alla Magneti Marelli in Gran Bretagna, un mese in Polonia, esperienze in divisioni del gruppo, perfino uno stage da “venditore” di auto al concessionario di Lille. Il cammino prende però presto una direzione inattesa: nel 97, dopo la morte del figlio di Umberto, Giovannino, l’Avvocato lo designa erede. Entra nel board Fiat e in quello della “cassaforte” di famiglia, la Giovanni Agnelli & C. Nel luglio 2002, dopo un’esperienza come auditor in General Electric, entra nell’area sviluppo e strategie del Lingotto» (Sergio Bocconi) • A un anno e mezzo dalla morte di Gianni Agnelli, i suoi eredi hanno trovato l’accordo sulle tre disposizioni testamentarie che l’Avvocato aveva scritto negli ultimi vent’anni della sua vita: la quota maggioritaria della società di controllo della Fiat alla vedova Marella Caracciolo, con una parte superiore alle altre, e ai nipoti Jaki, Lapo e Ginevra nati dal matrimonio della figlia Margherita con Alain Elkann; tutti gli immobili, tra cui quelli di Torino e Roma a Margherita (Salvatore Tropea) • è sposato con Lavinia Borromeo: «Al matrimonio (Stresa, 4 settembre, ore 19.00) di Jaki Agnelli e Lavinia Borromeo, Berlusconi ha cantato, Marta Marzotto s’è presentata con uno dei suoi famosi abiti da 7 euro (linea Vucumprà, colore turchese) e una collana da 7 miliardi di lire al collo. Non è stata ammessa in chiesa» (Giorgio Dell’Arti) • Ha guidato in prima persona la ristrutturazione della Juventus, assumendo, insieme al fratello Lapo, una posizione contraria al duo Moggi-Giraudo molto prima che scoppiasse lo scandalo. Alle prime notizie provenienti dai giudici di Napoli, ha rilasciato una dichiarazione in tv in cui ha fatto capire che entro 48 ore i due sarebbero stati estromessi dalla società • Quando, il 27 agosto 2006, è venuto al mondo suo figlio Leone, ha annunciato alla stampa: «è nato uno juventino».