Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
DOLCENERA
(Emanuela Trane) Scorrano (Lecce) 16 maggio 1977. Cantante. Dopo il diploma si è trasferita a Firenze dove ha fondato la band I codici zero (spalla degli Articolo 31). Nel 2002 ha pubblicato il suo primo singolo Solo tu, l’anno dopo ha vinto il Festival di Sanremo fra i giovani e pubblicato il primo
album Sorriso nucleare. Ha ottenuto la popolarità come «Gatta morta» della Music Farm 2005. è alta un metro e 58 centimetri («sono arrivata a comperare le magliette nei negozi per bambini») • «Il guaio di Dolcenera è di essere nata nel 77, quando il rock al femminile aveva già scritto le sue pagine più gloriose. Il tempo di avere vent’anni, 97, e si ritrova aspirante cantante in mezzo alla crisi più nera della storia del disco. Emanuela Trane di Galatina, provincia di Lecce, ha
già sulla carta d’identità il nome giusto. “Già Trane era il diminutivo del grande sassofonista John Coltrane. All’inizio pensai che sarebbe stato un bel nome d’arte, Coltrane e basta, ma poi scoprii quella canzone (
Dolcenera) in Anime salve di De André, mi è rimasta appiccicata addosso, esprime alla perfezione i miei due opposti”. Spinta dai genitori musicisti, studia piano con passione, s’intestardisce a eseguire complicate partiture di Bach, cerca di sfondare, fa il
giro delle case discografiche, ma è un no dietro l’altro. Poi la grande occasione, vince Sanremo Giovani, ma non succede nulla lo
stesso. Allora si butta nel calderone di Music Farm, il reality dove fanno il brodo con i bolliti della canzone italiana; una
pollastrella al macello. Ma ha un’orchestra alle spalle, la possibilità di cantare al pianoforte come piace a lei. Si lascia andare, buca lo schermo» (Giuseppe Videtti) • «Durante il reality show di Raidue scoppiò il “caso” Dolcenera-Baccini: sembrava che tra i due ci fosse del tenero, ma lui perse la
testa e quando lei lo respinse bestemmiò in diretta e venne espulso (mentre lei alla fine vinse)» (Mario Luzzatto Fegiz) • «Mi piacciono i personaggi e i progetti viscerali, come si è visto quando ho cantato Sei bellissima. Amo molto i Radiohead e fra gli italiani Mondomarcio. Di regola il rap non mi
convince ma in questo caso mi ha colpito la crudezza delle emozioni e un
linguaggio anche musicale che non riprende i manierismi d’Oltreoceano. Perdo la calma per questa mania di far prevalere il personaggio
rispetto alla canzone, mi manda in estasi lavorare a un nuovo album. La mia
qualità migliore resta l’istinto di sopravvivenza, il mio essere mai contenta (ma nemmeno depressa), il
saper mantenere una faccia da sfinge anche se dentro scoppio. Il più bel concerto della mia vita l’ho tenuto al carcere minorile di Casal dei Marmi: molti ragazzi sono riusciti a
superare il blocco psicologico che li portava a essere silenziosi e apatici. E
lì ho capito qual è il mio mestiere: spacciatrice di emozioni».