Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
DELLA SALA
Vitaliano Mercogliano (Avellino) 23 settembre 1963 • «Il prete ribelle, il sacerdote che indossa magliette dell’esercito zapatista ed è sempre in testa alle manifestazioni dei no global. Denunciato dalla Digos per
gli scontri di Genova del G8, inseguito dai giornali e dalle televisioni che
spesso lo hanno intervistato, nonostante i ripetuti inviti al silenzio dell’abate. A furia di esporsi è diventato un personaggio scomodo agli occhi dei superiori: “Deve capire che i sacerdoti portano la parola del Vangelo, non quella di Marx”, si è spazientito monsignor Nazzaro» (Ottavio Ragone) • «Giunto al sacerdozio dopo aver cambiato sei seminari, è accusato di creare “caos e sconcerto” tra i fedeli. Si è schierato con il suo paese per fermare l’insediamento di discariche in parchi naturali, ha contestato platealmente la
ricostruzione post-terremoto e ha abbracciato dall’inizio teoria e pratiche del movimento no global. Tra le sue iniziative più celebri ci sono i presepi a tema: il Gesù Bambino incappucciato come il subcomandante Marcos o sistemato sopra un
gommone, come fosse un albanese in procinto di attraversare l’Adriatico. I guai con il Vaticano sono nati l’8 luglio del 2000, quando decise di partecipare in clergyman al Gay Pride di
Roma, erano i giorni del Giubileo. In quell’occasione attaccò dal palco il cardinal Sodano e il cardinale Pio Laghi colpevoli, disse, “di aver fatto carriera sulla pelle dei desaparecidos argentini e delle vittime
di Pinochet”. Gli arrivò la prima ammonizione, che gli vietava ogni rapporto con i mass media. La
seconda “monitio” lo raggiunse dopo il viaggio a sostegno della marcia zapatista in Chiapas. Ma l’insurrezione degli 800 abitanti di Sant’Angelo a Scala, la solidarietà del movimento no global, di Verdi e Rifondazione frenarono il procedimento» (Corrado Zunino).