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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

DE MAURO

Tullio Torre Annunziata (Napoli) 31 marzo 1932. Linguista. Il maggior linguista italiano. Professore ordinario
di Linguistica generale presso la facoltà di Scienze umanistiche dell’Università La Sapienza di Roma, è stato ministro della Pubblica istruzione nell’ultimo governo Amato (2000-2001). Membro dell’Accademia della Crusca, è autore di scritti specialistici e di volumi di linguistica teorica, linguistica
greco-latina, storia linguistica italiana, semantica, semiotica, educazione e
scuola. Fra le opere più significative
Storia linguistica dell’Italia unita (63), Minisemantica (82), Idee per il governo della scuola (95), Linguistica elementare (98), tutte uscite da Laterza. Da ultimo ha curato per la Utet il Grande Dizionario Italiano dell’Uso in sei volumi • «Una vita divisa fra cultura e politica, anche se in maniera diseguale. L’accento cade, certo, sul primo dei due vocaboli. Non va tuttavia dimenticata l’attenzione che riserva alla società. Soprattutto, non è da sottovalutare il legame che egli continua a ribadire fra le parole e la
vita. Sono questi i termini di un bilancio, culturale ed esistenziale insieme. è stato ministro della Pubblica istruzione. Quella carica sembrava coronare una
lunga passione per la scuola italiana, alla quale ha dedicato numerosi saggi» (Nello Ajello)
• «Non riesco a pentirmi d’aver accettato quell’incarico. Ho potuto vedere dal di dentro come funziona quell’enorme macchina che è il ministero della Pubblica Istruzione, liberandomi fra l’altro da qualche pregiudizio. Molti hanno una pessima opinione della burocrazia
e dei burocrati. L’avevo anch’io. Ho dovuto ricredermi. Ho trovato nel ministero funzionari e dirigenti
impegnati, lucidi, attivi» • «Più di mio padre, mia madre era fonte non solo di citazioni letterarie (a Dante, a
Pascoli, devo aggiungere almeno i non rari richiami a Giusti e al favorito
Stivale, per me prima fonte della storia d’Italia), ma anche di espressioni di base dialettale italianizzate. Nei casi di
inconvenienti per cui si disperava ci diceva che si dava o si era data al
diavolo e, se si sentiva colpevole, si dava la testa al muro. Di persona assai
irritata, prossima a esplodere per l’ira fino a quel momento repressa, diceva
tiene i lapis a quadrigliè, espressione franconapoletana un po’ misteriosa che a me faceva pensare ai lapis, alle matite, ma che più probabilmente si riferiva alle pietruzze del mosaico disposte a quadrettino» (da Parole di giorni lontani, Il Mulino) • Il padre era farmacista, la madre professoressa di matematica. Si innamorarono
in un laboratorio di chimica e decisero di far cinque figli (impegno mantenuto)
a cui inizialmente volevano dare i nomi dei gas nobili (Argo, Cripto, Elio,
Neon, Xeno, che avrebbe dovuto essere il nome di Tullio) • è il fratello del giornalista dell’Ora Mauro De Mauro, che stava indagando, per conto del regista Franco Rosi,
sugli ultimi due giorni di vita di Enrico Mattei e che venne rapito da
sconosciuti la sera del 16 settembre 1970 senza mai essere ritrovato • Il figlio Giovanni dirige il settimanale Internazionale.