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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

DE LUCA

Erri Napoli 20 maggio 1950. Scrittore. Biblista. Libri: Non ora, non qui (89), In alto a sinistra (94) ecc. • «In principio fu Lotta continua, stirpe di Dio di Giustizia e Punizione, e a capo
della sua schiera eletta, il servizio d’ordine, c’era il suo servo arrabbiato Erri, ed era il fragore delle cariche di polizia, l’odore inebriante del sangue, la carne lacerata, il fumo delle molotov. Poi al
congresso di Rimini vennero le furibonde baccanti a rivendicare la loro metà di Rivoluzione e quel giorno anche Dio si vergognò di essere uomo, figuratevi il soldato Erri e i suoi fratelli d’armi. Così la maledizione del Dio Vendetta sparse per le terre quella stirpe ripudiata, e
il suo servo errante Erri errò a lungo tra fabbriche e cantieri, operaio, muratore, facchino. Ma un giorno “ho afferrato distrattamente la Bibbia” e quel giorno il Verbo di Dio entrò nelle orecchie del suo servo atterrito Erri, e furono mesi e anni di silenzio
per trovare tra le parole ebraiche e Yiddish quelle pronunciate dal Signore» (Pietrangelo Buttafuoco)
• «Molto amato anche in Francia, dove ha ricevuto riconoscimenti prestigiosi,
abbraccia due piani di scrittura: la narrativa, in cui spesso compare Napoli
(città dov’è nato prima di studiare a Roma al liceo francese), e le traduzioni dall’ebraico e dallo yiddish. “è stata la solitudine ad avvicinarmi a questa lingua, diventato oggi un impegno
nello studio quotidiano”, un esercizio che lo porta a curare molte traduzioni per Feltrinelli (
Vita di Sansone, Libro di Rut, Giona/Ionà, Esodo/Nomi). De Luca ha svolto una varietà infinita di lavori (operaio qualificato in Fiat, magazziniere all’aereoporto, camionista, muratore): “Tutte esperienze che hanno inciso sui miei libri, dove le storie sono prese da
vita vissuta”. è stato impegnato politicamente sul fronte del 68, dirigente attivo di Lotta
continua, volontario delle missioni umanitarie in Bosnia: “Vedere la guerra accanto a casa mi ha colpito profondamente”» (Giorgia Garberoglio) • «So scrivere soltanto di cose che ho vissuto in presa diretta. Nel napoletano mi
muovo a mio agio. è la mia lingua madre. è una lingua svelta, che risparmia tempo e spazio. Abbiamo conquistato il record
mondiale della brevità con il verbo andare: i’, una vocale appena. Io l’ho imparata da bambino, quando in famiglia di sera leggevamo a voce alta le
commedie di Eduardo e le poesie di Di Giacomo».