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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

DE BLANCK

Patrizia Roma, scorpione (di più non fa sapere). Contessa. Vista in tv (Chiambretti c’è, Il ristorante) • «Mamma mi voleva su un trono, ho mandato a quel paese anche lei» • «Studi al collegio Assunzioni (poi in Svizzera), un “no” al cinema (a 16 anni rifiutò la parte di protagonista in un film sulla vita della Gioconda), debutto sulla
scena al Musichiere (“Ma ero diventata famosa perché avevo un pappagallo che parlava e cantava l’opera”), carriera subito interrotta (“Papà non voleva, per la famiglia sarebbe stata un’onta, nonno Hubert fondò il conservatorio dell’Avana, oh cazzarola!”). Gli anni dorati, Patrizia bellissima ed esuberante, contesa dai “meglio partiti coronati”» (Giovanna Cavalli) • Figlia del gerarca fascista Asvero Gravelli, figlio segreto di Mussolini: «Non me ne sono mai curata più di tanto. Il padre vero non è quello che ti ha dato la vita e messo al mondo, ma quello che ti ha cresciuta,
allevata, educata, ti è stato vicino. E per me è l’ambasciatore cubano conte Guillermo de Blanck, che, sposando mia madre Lloyd,
riconobbe me e mio fratello Dario come figli legittimi. E infatti io non sono
italiana, ma cittadina cubana e inglese, perché all’età di 15 anni e mezzo sposai un baronetto britannico. Furono le mie prime nozze,
finite dopo 3 mesi perché trovai il maritino a letto con... il mio migliore amico. Comunque, questo non c’entra, la mia vita è tutta un’avventura: il mio secondo marito Peppino Drommi aveva sposato in prime nozze
Anna Casati Stampa (
celebre giallo del 70 - ndr); un mio fidanzato è stato Farouk Chourbagi, amante di Claire Bebawi (protagonisti di un altro celeberrimo caso nel 64 - ndr). Non solo: con Peppino mi sono trovata nel primo sanguinoso dirottamento aereo”» (da un’intervista di Costantino Muscau) • «L’altro giorno mi fermano due burinacci. Ciao conté, mi fanno. Ma chi vi conosce, penso io, poi mi freno e meno male. E loro: a
conté, sei il nostro mito. Eddaje. Di questa popolarità stradale farei anche a meno, ma piaccio. Perché a me Dallas e Dynasty mi fanno una beneamata...».