Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
D’INZEO
Raimondo Poggio Mirteto (Rieti) 8 febbraio 1925. Ex campione d’equitazione. Medaglia d’oro nell’individuale alle Olimpiadi del 60, argento nel 56 nell’individuale e nel concorso a squadre, bronzo nel 60, 64, 72; campione del mondo
individuale nel 56 e nel 60, secondo nel 55, terzo nel 66. Fratello minore di
Piero • «Il miglior cavaliere della storia, un titolo simbolico ma prestigioso assegnato
a Raimondo D’Inzeo da un referendum tra i giornalisti di equitazione di tutto il mondo» (Mario Gherarducci) • «Ho cominciato nel 1948 a Londra e ho disputato i miei ultimi Giochi nel 76 a
Montreal. Mi resta un rimpianto, però. Non ci fosse stato il veto del governo alla presenza di noi militari a Mosca
80 (vedi CARRARO Franco), Piero e io avremmo potuto toccare quota nove Olimpiadi, un
record assoluto. Piero e io siamo cresciuti insieme, lui ha cominciato a
cavalcare prima di me perché ha due anni di più. Ad avviarci all’equitazione è stato nostro padre, un sottufficiale che faceva l’istruttore. Piero per me ha sempre rappresentato un punto di riferimento, come
io per lui. Tra noi c’era agonismo, non rivalità. Batterlo rappresentava un punto d’arrivo. Eravamo molto legati»
• «Il 40 per cento spetta al cavallo e il 60 al cavaliere. Siccome il cavallo è un essere animato e non una macchina, è però fondamentale trovare l’intesa, una sorta di complicità tra animale e uomo, creare un binomio, essere all’unisono» • «Merano, Posillipo e Fiorello. Merano era il più combattivo e con lui conquistai due argenti olimpici nel 56. Posillipo, quello
della vittoria di Roma 60, era invece il più elegante. Ma il cavallo più completo è stato Fiorello, col quale arrivai al bronzo a squadre nel 72 ai Giochi di
Monaco».