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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

D’ALESSIO

Gigi Napoli 24 febbraio 1967. Cantante • «In principio è Mario Merola. è il re della sceneggiata ad accogliere la divorante ambizione del giovane Gigi,
che diventa la sua ombra e il suo pianista, ma misurandosi nel tempo libero con
i cliché già imperversanti del neomelodico, di cui da lì a breve sarebbe diventato il diamante esportabile in tutto il mondo. Ma l’incontro, questo sì davvero fatale in tutti i sensi possibili, è con don Luigi Giuliano, poeta e paroliere del clan, da anni ospite a
Poggioreale per reati vari. Le due ambizioni si sposano a meraviglia. Don
Giuliano vuole la voce di Gigi per esaltare i versi di
Cient’anne, primo grande successo discografico di D’Alessio. In breve, il nome e la faccia dello scugnizziello prendono a tappezzare
vicoli e quartieri di Napoli. Stadi e palasport stipati, claque a pagamento,
biglietti omaggio distribuiti ovunque, negli alimentari e nei negozi di scarpe.
La fortuna di Gigi, il “Claudio Baglioni del rione Sanità”, è inversamente proporzionale a quella della famiglia. Costretta a vendere tutto
per sostenere la carriera del ragazzo, in quei lati oscuri che la magistratura
di Brescia sta indagando da tempo. Dalla fine degli anni Ottanta la camorra a
Napoli ha cominciato a investire pesantemente sul fenomeno dei neomelodici.
Offrendo denaro e protezione. “Non hai i soldi? Te li prestiamo noi”. I D’Alessio hanno un’attività nell’abbigliamento all’ingrosso. Fatture inevase, assegni protestati nei primi mesi del 94, sono i
primi segni di una sofferenza che è, probabilmente, l’effetto degli intrecci sempre più vischiosi tra D’Alessio e le organizzazioni malavitose. Più volte fotografato e ripreso, il cantante, in compagnia dei membri del clan
Giuliano, tra cui Carmela Marzano, moglie del poeta. Altra frequentazione non
proprio edificante quella con Luigi Ponticelli detto Bomboletta, cognato di
Giuliano, manager di D’Alessio e compare di battesimo del figlio. La polizia lo scova sotto un lastrone
di marmo della sua casa. Ponticelli è considerato un esattore della camorra. Tutti teatralmente godibili, i fans di D’Alessio, nel fingersi stupiti, addirittura dolenti. Quasi tutti. “Avete scoperto l’acqua calda”, dicono in privato. “Ma voi l’avete veduto ’o cinema di Nino D’Angelo,
Aitanic? No? Male. Lì trovate tutta la spiegazione che cercate. Non avete bisogno di fare troppe
inchieste”. In una scena del film, lo scrittore Peppe Lanzetta, nella parte di un
debordante impresario camorrista dei neomelodici, riceve Nino D’Angelo nella parte di un suo alter ego sventurato. Il boss indica un manifesto
sullo sfondo. “Lo vedi quello? Non era nessuno. Eppure l’abbiamo fatto diventare il number one”. Segnala poi un truce donnone sullo sfondo: “La vedi quella? è la banca del mutuo cantanti. La nostra banca. I soldi te li prestiamo noi, e
poi ce li ripigliamo in coppa a matrimoni e feste di piazza. Allora non hai
capito chi siamo?”. Singolari, in molte sequenze del film, le analogie con la storia di Gigi D’Alessio, un signor nessuno che, partendo dai concerti di piazza, arriva a
Sanremo a cantare con i big, e poi nelle ribalte di tutto il mondo. Un milione
di dischi venduti» (Giancarlo Dotto)
• «A 4 anni mio padre mi regalò una fisarmonica e non riuscivo neanche a tenerla in mano. Mio fratello mi
aiutava a tenerla mentre io suonavo i tasti. A otto anni andai al Conservatorio
e superai gli esami di ammissione. Studiai per molti anni musica classica. Ma
apprezzo di più la musica leggera. Sono cresciuto ascoltando Baglioni e lo ascolto ancora
adesso. Fin da piccolo volevo diventare come lui. è stato ospite di un mio concerto e abbiamo cantato insieme» (da un’intervista di Alain Elkann).