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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CUSANI

Sergio Napoli 4 agosto 1948. Ex finanziere • «Per mesi è stato il simbolo, diffuso quotidianamente per televisione, dell’Italia delle mille corruzioni. Sergio Cusani era l’uomo che distribuiva miliardi ai politici per conto di Raul Gardini. Per Antonio
Di Pietro era il grimaldello per processare la classe politica italiana. Alla
fine Cusani fu il solo a finire in galera» (Claudio Sabelli Fioretti) • Il 30 marzo 2001 finì di scontare una condanna a cinque anni e cinque mesi (in carcere per i primi
due, poi in affidamento ai servizi sociali): «Il carcere ha cambiato definitivamente la mia vita. è un’esperienza che mi porterò sempre sulla pelle. In carcere l’ozio e la noia sono un vero dramma. Mi sono liberato del rapporto con le cose
materiali, ho imparato che quello che conta sono solo i rapporti umani. Né ho accumulato rancori contro chicchessia»
• «Sono un privilegiato, vengo da una famiglia ricca (il padre era un importante industriale del rame - ndr). Il 68 l’ho vissuto alla Bocconi che era un po’ il college dei rampolli della ricca borghesia milanese. Marx non veniva nemmeno
nominato. Solo Pareto. La contestazione fu per molti un’illuminazione. Si cominciò a discutere di tutto: distribuzione del reddito, capitalismo, sottosviluppo.
Per contestare i professori di fronte agli studenti dovevamo prima studiare le
teorie classiche e poi Marx... studiavamo come matti» • Rettore era Giordano Dell’Amore: «Un uomo navigato, potente. L’accordo era: se non fate come in Statale, dove spaccano tutto, vi lascio fare.
Funzionò fino al 23 gennaio 73 quando per la prima volta ci fece trovare l’università chiusa e la polizia fuori. Ci fu la famosa carica dove rimase ucciso, con un
colpo alla nuca, Roberto Franceschi. Dopo due giorni andammo nell’aula dove Dell’Amore insegnava e lo cacciammo. Roberto era un giovane del mio collettivo, un
mio amico, veniva spesso a mangiare a casa mia. Era l’enfant prodige del Movimento, studiava moltissimo, aveva la stoffa del leader.
Quella sera era al mio fianco, sentii il fischio della pallottola che lo
uccideva»
• «Mio padre era un aristocratico, un industriale. Nel 73, di fronte al mio rifiuto
di seguire la sua strada, vendette le sue industrie. I miei genitori non li
volli nemmeno al mio matrimonio. Poi venne il riflusso. I gruppi si sciolsero.
Io finii in Borsa. Ero amico di Piero Ravelli, che aveva fondato un movimento
maoista. Suo padre, Aldo, era il più grande commissionario di Borsa. Disse a me e a Piero: venite da me» • Oggi è impegnato in battaglie politiche a favore dei carcerati e, con la sua Banca
della Solidarietà, è consulente della Cgil, della Federconsumatori, dell’Adusbef, dei revisori della Practice • Ha fortemente criticato l’operazione Ifil-Exxor, grazie alla quale la famiglia Agnelli, tenendo all’oscuro il mercato delle sue intenzioni, ha mantenuto a poco prezzo il controllo
sulla Fiat. «Per i documenti sull’operazione Ifil-Exxor ho passato tre mesi chino sul tappeto per preparare uno
schema gigante di tutti i movimenti. Poi mi è venuto il mal di schiena» (da un’intervista di Massimo Sideri) • Ha un figlio piccolo. La sorella Fabrizia è moglie di Giampaolo Sodano, ex direttore di Raidue e di Canale5.