Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
CUGIA Diego Roma 24 maggio 1953. Giornalista. Scrittore. Ha ottenuto grande successo con il programma Radio Alcatraz e il personaggio di Jack Folla • «Nella prima edizione, nel 98, Jack l’albatro doveva morire sulla sedia elettrica ad Alcatraz, ma all’ultima puntata riuscì a fuggire e continuò a trasmettere i suoi programmi da latitante, prima a Cuba, poi di nuovo in Italia
CUGIA Diego Roma 24 maggio 1953. Giornalista. Scrittore. Ha ottenuto grande successo con il programma Radio Alcatraz e il personaggio di Jack Folla • «Nella prima edizione, nel 98, Jack l’albatro doveva morire sulla sedia elettrica ad Alcatraz, ma all’ultima puntata riuscì a fuggire e continuò a trasmettere i suoi programmi da latitante, prima a Cuba, poi di nuovo in Italia. Un flusso di coscienza da cui sono scaturite invettive e sogni, un fiume di parole e musica che ha suscitato interrogazioni parlamentari e interventi della commissione di vigilanza Rai ma che non ha mai perso la sua fisionomia, neanche quando i vertici della rete minacciavano di sopprimere la trasmissione o pretendevano letture e censure preventive» (Carlo Moretti) • «La parte dell’incazzato cronico, dell’oppositore per partito preso, è una delle più difficili proprio perché facilissima. Si corre su un binario, basta alzare sempre i toni e attingere al ricco repertorio italiano dei “fuori dal coro”, e dopo poche battute si arriva dritti alla stucchevolezza. Ma allora come ha fatto Jack Folla, ormai un veterano dell’invettiva, a reggere la scena per anni senza diventare una macchietta dello scontento? Come si spiegano l’affetto partecipe dei fan, il piccolo culto di massa per una voce radiofonica che è diventata quasi più “materiale” di tanti volti televisivi di cartapesta? Per capirlo, basta avere ascoltato qualche volta Jack Folla. La “tecnica” di Diego Cugia, semplicemente, non è una tecnica. Pur essendo un autore radiofonico e televisivo navigato riversa i suoi umori e le sue opinioni in Jack senza porsi nessuno scrupolo di misura, di opportunità o di seduzione. è un flusso di parole quasi psicanalitico, un soliloquio libero e poco calcolato (anche se scritto, e non è un dettaglio, sempre in ottimo italiano), il cui pregio fondamentale è l’ingenuità. Ingenuità non come mancanza di spessore, ma come assenza di cinismo. Jack Folla parla di politica, di cultura, di televisione, di affetti con il solo obiettivo di manifestare l’animo e la storia personale del suo autore. è un’urgenza, questa, ma anche un rischio e un lusso. Chi detesta Jack Folla non sopporta appunto l’assenza di filtri, e in fin dei conti di malizia, di questo parlatore senza argini, uno che ha deciso di occupare fino in fondo il suo pulpito e di usarlo per sputare tutti i rospi, pubblici e privati. Chi lo ama, gli riconosce proprio questo coraggio spudorato, che offre il fianco a infinite critiche: di narcisismo, di onniscienza, di petulanza. Ex autore comico di ottima vaglia, coautore del Celentano televisivo più hard, scrittore di sceneggiati radiofonici di successo, Cugia è il tipico scrittore che ha trovato il modo di rubare i riflettori ai suoi personaggi, fino a coincidere del tutto con la sua creatura finale. Sono operazioni, queste, fatte apposta per indispettire la critica, ma se condotte con sincerità e coraggio possono spezzare ogni diaframma con il pubblico» (Michele Serra).