Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
CUFFARO
Totò (Salvatore) Raffadali (Agrigento) 21 febbraio 1958. Politico. Presidente della
Regione Sicilia • «Alla Regione arriva sull’onda del milione e mezzo di voti, il 24 giugno del 2001, sconfiggendo il
candidato del centrosinistra Leoluca Orlando. Medico radiologo, cresce all’ombra dell’ex ministro Calogero Mannino. Da Mannino si è affrancato mettendo in piedi una prodigiosa macchina di consenso elettorale,
che ha nel mondo dell’agricoltura e nell’esercito dei quattromila camici bianchi siciliani il suo granaio. Il segreto del
successo, non ne fa mistero, sta in quell’agenda da 20 mila nomi che i collaboratori tengono sotto chiave. Sempre
aggiornata, sempre pronta ad essere utilizzata ad ogni campagna elettorale. La
macchietta del bacio ad ogni conoscente incontrato, ad ogni sostenitore appena
presentato, fa il resto. Nasce così il soprannome di “vasa vasa”, del quale in fondo va fiero. Ma Cuffaro è soprattutto l’animale politico pronto a cogliere ogni mutamento del vento, ogni piccolo refolo
buono a liberare nuove possibilità per le sue regate nell’incerto mare politico siciliano» (Enrico Bellavia, Carmelo Lopapa)
• «Solo quelli che non lo conoscono bene possono farsi trarre in inganno dal suo
aspetto “paesano” e da quei bifolchi che lo chiamano “cumpà”, compare. Quelli che ogni mattina lo aspettano sotto le palme di Villa
Sperlinga per chiedere a Totò un piacere o un posto o magari solo un bacio. Solo quelli che non l’hanno visto crescere possono credere che sia lì quasi per caso, primo governatore della Sicilia eletto con più di un milione e mezzo di voti. Ma quale cumpà e cumpà, il folclore intorno al suo soprannome (“Vasa vasa”, bacia bacia), gli aneddoti sulle pizzette che divora di primo mattino e sui
battesimi dove fa da padrino a bimbi che non ha mai incontrato e che non
incontrerà mai più. Salvatore Totò Cuffaro è uno “strutturato”, uno allevato per comandare. Un giorno, ce l’ha pure confessato: “Quando sono diventato deputato io, nel 91, la Dc era alla sua apoteosi: in
Sicilia era sopra il 44 per cento. Cinque anni dopo, nel 96, quando sono stato
rieletto la Dc non esisteva più”. Ma lui era sempre lì. Una volta nel governo di centrosinistra, l’altra in quello di centrodestra. Sempre più forte» (Attilio Bolzoni).