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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CUCINOTTA

Maria Grazia Messina 27 luglio 1968. Attrice. Nell’87 partecipò a Miss Italia, però non arrivò neppure in finale. Andò meglio con Renzo Arbore, che la volle come odalisca a Indietro tutta, e poi Lucherini e Spinola la scelsero per C’era questo e c’era quello: i fiocchetti sulle calze che coprivano le sue lunghissime gambe servivano a
contare il punteggio dei concorrenti. Con Massimo Troisi è arrivato il cinema: dopo Il Postino, I Laureati con Leonardo Pieraccioni • «Alta, bruna, bella» (Simonetta Robiony) • «Messina le sembrava troppo stretta per cominciare a volare, e così, appena suo fratello Tanino vinse il concorso alle poste di Brescia, lei lo
raggiunse per inseguire provini a Milano» (Lucia Castagna) • «Anche papà lavorava alle poste... La mia, in fondo, è tutta una storia di posta e postini che s’incrociano, quasi un segno del destino. Che poi mi ha portato al Postino di Troisi, il film che ha cambiato la mia vita. Non andavo bene per fare la
modella a causa del mio troppo seno, e i soliti falchi mi proponevano foto e
film porno, perché pensavano che le mie forme fossero adatte... Ma i compromessi non li ho mai
accettati; io non mi spoglio. Per principio, per pudore, per educazione. E poi,
quando sei sconosciuta non ti serve, perché non ti conosce o riconosce nessuno. Quando sei famosa, ti riconoscono tutti, e
così perdi quel senso di mistero che è l’ultimo baluardo del tuo privato»
• «A me piace ridere e far ridere, è solo che in genere mi offrono ruoli drammatici, la donna del sud forte,
destinata ad affrontare le disgrazie. è anche colpa mia, mi vesto sempre di nero e faccio la faccia seria anche per
timidezza • «Quando ero soltanto una ragazza che desiderava diventare un’attrice, conobbi, attraverso la mia cara amica Nathalie Caldonazzo, un giovane
che avevo visto soltanto al cinema e incontrato fuggevolmente tra le quinte di
un Fantastico. Aveva occhi ridenti ma anche una strana malinconia. Era Massimo Troisi. Non
sapevo, allora, che gli avrei dovuto semplicemente tutto. Lo incontrai per il
provino dopo le insistenze di Nathalie, la sua fidanzata. Mi chiese di leggere
un brano, mi sorrise. Sentii subito che era innamorato del film da lui così sognato perché, spiegò a me e a Radford: “Il poeta e il postino mi ricordano certe amicizie che nascono in vacanza, nel
sole, nel mare, ma che possono durare per sempre”. Lo capii a fondo solo sul set. Quando era stanco, quando fu necessario
interrompere i ciak per qualche settimana a causa della sua salute, quando mi
diceva che si sentiva sempre solo. Radford sapeva essere durissimo con tutti,
un giorno mi disse che avrebbe potuto anche stancarsi della mia assoluta
impreparazione. Massimo mi rassicurava, come un bambino complice, mi bisbigliò: “Non ti caccia via proprio nessuno, Maria Grazia”» (da un’intervista di Giovanna Grassi).