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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CUCCARINI

Lorella Roma 10 agosto 1965. Show-girl. Cantante. Ballerina. Conduttrice televisiva. Debutta appena ventenne al fianco di
Pippo Baudo nella sesta edizione di Fantastico; da allora ha lavorato sia per le reti Rai che Mediaset in programmi popolari
di grande successo: sette edizioni di Paperissima e di Trenta ore per la vita, tre di Buona Domenica, il 43° Festival di Sanremo (sempre con Pippo Baudo), Uno di noi con Gianni Morandi e poi Note di Natale, il Galà della pubblicità, Festivalbar, Natale in Vaticano; è stata attrice in fiction tv come Piazza di Spagna, Amiche e lo Zio d’America; nel 1997 porta in teatro, prima a Milano e poi Roma, replicandolo per mesi, il
musical Grease; da ultimo il musical Sweet Charity • «Era il 1985 e Pippo Baudo, l’uomo che l’ha scoperta e lanciata, la volle al suo fianco in Fantastico 6 e fu un successo strepitoso. L’anno dopo (stagione televisiva 86-87) la vera consacrazione con Fantastico 7, l’edizione forse più spettacolare del famoso varietà del sabato sera con punte d’ascolto di 22 milioni di telespettatori, e il 50% di share (sempre con Baudo, e
con Alessandra Martines, il trio Solenghi-Lopez-Marchesini e Nino Frassica).
Poi il passaggio in Mediaset» (Maria Volpe) • «Uguale a sempre, bionda, sottile, le efelidi da bambina che affiorano sul naso,
fiore d’acciaio. Sgrana gli occhi quando la definiscono artista “non esageriamo”, ride quando la chiamano showgirl “ma lo sapete chi sono le showgirl in America? Ci hanno fatto pure un film, sono
quelle che ballano attaccate al palo. Io al massimo mi alleno alla sbarra. Sono
solo una donna di spettacolo”» (Silvia Fumarola) • Dall’autunno 2002 di nuovo alla Rai. «“La più amata dagli italiani” (slogan delle cucine Scavolini di cui è testimonial) non è più amata dalla tv. Mediaset la emarginava, è tornata in Rai dove però lo show accanto a Gianni Morandi non ha dato i risultati sperati. Dopo, il
nulla» (Luca Dondoni) • «Ho scoperto che mi avevano messa da parte con una rabbia che non conoscevo. Sono
stata una delle vittime di un momento storico che ha declassato chi, come me, è stata una protagonista della tv. Non credo ci siano state ragioni politiche.
Probabilmente il gioco delle “simpatie” non mi ha più considerata. A un certo punto mi sono sentita rimbalzata da un ufficio all’altro. Chi fino al giorno prima mi cercava, il giorno dopo si negava e per me è cominciato un periodo di forte confusione. Tra le disattenzioni Rai ne ho
notata una macroscopica. Milly Carlucci è un’amica e lungi da me l’idea di muovere una critica a come conduce
Ballando con le stelle, è bravissima. Tuttavia con la mia storia di ballerina sarebbe stato uno show
perfetto per me. Come mai in Rai, pur avendomi sotto contratto, non ci ha
pensato nessuno? Ecco, quel genere di miopia mi ha lasciato l’amaro in bocca. Vorrei fare la Iena perché nella vita a modo mio lo sono stata. Mi piacerebbe rimettermi in gioco con un
programma di nuova generazione. In fondo sono giovane, e anche se faccio parte
di una tv che ha vissuto l’ultimo sfarzo del “varietà”, sono un’atipica. Vorrei lavorare con la Gialappa’s, Fabio De Luigi o Maurizio Crozza. Sento sulla pelle un programma stile
Luciana Litizzetto dove questo cavolo di appellativo di “fidanzata d’Italia” mi si scolli di dosso una volta per tutte. Di difetti ne ho un vagone. Lo sanno
mio marito, la mia famiglia, i miei cari. Forse, la disciplina del balletto con
cui mi sono formata, ha forgiato il mio carattere. Sono molto severa con me
stessa e ogni mattina mi alzo cercando di dare il meglio, sbagliare il meno
possibile assecondando i desideri di chi mi sta vicino evitando, se possibile,
lo scontro»
• «Le scarpette non le ho ancora appese, la danza ce l’ho dentro da quando ero piccolissima. Ballavo da sola, poi a otto anni ho
cominciato con le scuole. Non potrei vivere senza» • «In teatro il lavoro è più artigianale e ogni sera bisogna vincere una battaglia; la tv, invece, si fa e
si brucia. Quando sei in un programma dai il massimo, ma sai anche che non
resterà quasi nulla. Uno spettacolo teatrale è un’altra cosa, è come un film, come scrivere un libro».