Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
CROZZA
Maurizio Genova 5 dicembre 1959. Attore. «Non bello ma seducente, implacabile e sorridente satirista, in tanti anni di
serio lavoro d’attore e in pochi ma temerari di tv - Avanzi, Tunnel, Mai dire gol dal ’98, Quelli che il calcio dal 2001 a oggi è stato una delle più belle scoperte comiche e i suoi personaggi, invenzioni più che imitazioni, sono ormai piccoli cult di satira: Cannavò, Sacchi, Serse Cosmi, Altafini, Pavarotti, fino ad Apicella, Marzullo e il
geniale Frankie Minchia, un “Tony Renis più avanti”» (Anna Bandettini) • «Io sono solo un guitto, un cialtrone, un semplice comico» • «Mio padre voleva che diventassi calciatore. Dagli 8 ai 15 anni ho giocato nella
Samp, al pomeriggio mi toccava il calcio, alla sera ginnastica artistica, la
domenica mi allenavo per i 1.500 metri. Avevo sempre la bronchite» • Esordio sul palcoscenico nel 76: comparsa nell’Aida. «Facevo lo schiavo etiope. Ci mettevano in perizoma e ci coloravano con secchiate
di vernice. Quelli che facevano gli armigeri ridevano di noi. Però loro dovevano restare fino al quarto atto. Noi al secondo avevamo già finito e andavamo al mare con le ballerine del corpo di danza del Reno» • Passato alla recitazione, iniziò col Teatro Archivolto, il gruppo fondato nell’84 con Giorgio Gallione, suo regista di oggi, e dove nel 90 nacquero i
Broncoviz: Crozza-Dighero-Cesena-Pirovano-Gallione e sua moglie Carla Signoris • «Ho avuto come maestro Volonté, ci insegnava il metodo Stanislawsky e poi ci portava a cena; Volonté che ti fa la scarpetta nel piatto è un’emozione incredibile» • «All’inizio degli anni Ottanta, quando lavoravo a teatro con il grandissimo Franco
Parenti, tornavo a casa la sera e quasi mi mettevo a piangere per come mi
sentivo umiliato. Poi ho capito che per fare questo mestiere devi metterti in
gioco continuamente. Metterti in discussione. Quello dell’attore è un mestiere che ti prosciuga l’anima. Anche oggi: sali sul palco e in platea c’è sempre uno che ti dice: “Non mi piace. Non mi fa ridere”. Ha quasi sempre ragione lui»
• è uno dei tanti comici che vengono da Genova: «Da Paolo Villaggio a Beppe Grillo. Certo, sono comici “selvatici”. Un po’ tristi anche loro. Ma tutti i comici, in fondo, sono tristi. Non c’è comico che nella vita privata non sia pieno di paranoie, insicurezze e nevrosi.
Poi, quando sale sul palcoscenico, si mette la maschera e tira fuori quello che
non è. Anch’io mi sento così. Mi sento genovese al 100 per cento e sono orgoglioso di esserlo. Genova mi ha
mantenuto selvaggio. Ci torno appena posso»
• «Io non mi sento imitatore. Tra me e Verdone che fa uno dei suoi personaggi, o
Albanese che fa Frengo non ci vedo differenza. Io interpreto, più che imitare. Consumo più mastice io di quelli che mettono gli infissi» • «Il confine fra imitazione e interpretazione è molto labile. Se io imito il mio vicino di casa, e ne traggo un personaggio,
nessuno parla di imitazione solo perché il mio “modello” non è famoso» • Marco Pastonesi, giornalista della Gazzetta dello Sport: «Quella domenica, subito dopo essere stato imitato per la prima volta, nell’abituale riunione di redazione Candido Cannavò squadrò i suoi uomini e, un po’ serio e un po’ ancora divertito, indagò: “Ma chi di voi gli ha raccontato tutte queste cose?”. Perché sembrava che Maurizio Crozza avesse colto - e affettuosamente ingigantito -
quei due o tre particolari che solo uno della Gazzetta poteva conoscere. Invece
non c’era nessuna pulce, nessuna spia. Finché un giorno, sempre in una riunione, Cannavò esclamò “meraviglioso” e un coraggioso redattore gli chiese: “Ma direttore, che fai, imiti Crozza?”»
• è sposato con la collega Carla Signoris, la prima a dirgli «Mauri’, tu devi fare l’attore». Hanno due figli. «Ci siamo conosciuti al liceo, appena l’ho vista mi sono detto: “Mamma mia che antipatica questa”. Poi, a 23 anni, il primo bacio: recitavamo tutti e due il teatro “serio” in tourneée con Lina Volonghi e Ferruccio De Ceresa. Poi una pausa per rispettivi
fidanzati storici. Ci siamo ripresi nell’88, ci siamo sposati nel 1992. Sarei perduto senza di lei: mia moglie è la persona più simpatica del mondo»
• Su Crozza/Italia, il programma andato in onda dal 25 aprile 2006 su La7: «è uno spettacolo tutto mio, dove decide tutto mia moglie» • «Mi considero di sinistra, i miei valori stanno lì. Da ragazzo ho partecipato a qualche corteo, ma quasi per caso, non capivo
nulla di politica e c’era poco da scegliere, se non eri di sinistra eri un disgraziato» • «La censura è grottesca. In America chiunque può dire qualsiasi cosa di Bush; in Italia è peccato toccare un sottosegretario. Mi sono dato un unico limite, il buongusto».