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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

COVATTA

Giobbe (Gianmaria) Taranto 11 giugno 1956. Attore. Scrittore. Ha ottenuto la prima grande popolarità grazie alle apparizioni al Maurizio Costanzo Show dove leggeva sue composizioni ispirate alla Bibbia, ma che facevano ridere • «Io vengo da una famiglia del Sud parecchio cattolica, di quelle dove la nonna ti
racconta che se non fai così e cosà Sant’Antonio si arrabbia e ti fa cadere una coscia. La religione si mescola alla
superstizione e alla scaramanzia, sconfina nel voodoo, in quell’atmosfera un po’ comica raccontata benissimo nei libri di John Fante. In fondo fa parte del
nostro essere italiani: in America Woody Allen va dall’analista, noi invece abbiamo sempre avuto a che fare con il prete»
• «Io provengo dalla commedia dell’arte, quella meravigliosa scuola d’improvvisazione in cui sai soltanto da dove partire, non dove devi arrivare:
tutto il resto è invenzione» • «Sul palco del Derby o dello Zelig la regola era: se non ti menano, funziona. Il
mio personaggio leghista superò il test» • «La comicità di Covatta non è folgorante, ma si affida ai toni e ai modi sommessi con cui butta lì una battuta, confermando la regola secondo cui un buon umorista raramente fa
sbellicare dalle risate» (Brunella Schisa) • «Sono un comico, non un umorista, c’è una differenza fondamentale. L’umorista è uno che recita le battute del comico, ma non ci mette la comicità. Per esempio Paolo Rossi. Lui è un umorista. In televisione e in teatro funziona benissimo, ma quando scrive un
libro non ha lo stesso successo. Perché? Perché le sue battute sono legate alla sua immagine e funzionano soltanto se dette da
lui. Io invece quando scrivo i libri faccio l’operazione inversa: cancello tutte le battute legate all’interpretazione. Per questo vendo»
• I suoi libri (Parola di Giobbe, Pancreas) hanno venduto milioni di copie: «I veri scrittori non me l’hanno perdonata e alcuni sono stati presi da crisi isteriche. Il mondo
letterario mi considera un inquinatore. Secondo loro tutto ciò che non è letteratura contamina l’oggetto libro» • «Noi attori siamo dei privilegiati perché godiamo dell’impunità creativa: ma possiamo dire cose feroci a patto che facciano ridere, altrimenti
dalla satira scivoliamo nell’insulto e arriva la querela. Io lavoro sul nonsense» • «Per fare il comico o sei un depresso o un nevrotico o uno schizoide. Queste sono
le tre lenti attraverso cui si può distorcere la realtà. Io ho scelto quella della depressione; non ne soffro, ma quando non ho stimoli
tendo a deprimermi» • «Mi piace moltissimo viaggiare e, ovviamente, i viaggi ti cambiano, ti fanno
crescere. Perché un viaggio sia tale deve cambiarti, sennò è soltanto una passeggiata, un modo di andare in vacanza. L’Africa mi ha cambiato moltissimo, è un paese straordinario e ci sono i bambini più belli del mondo» • «Non amo molto il varietà, non l’ho mai amato, non lo guardo in tv».