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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

COSTACURTA

Alessandro Orago (Varese) 24 aprile 1966. Calciatore. Del Milan, squadra con la quale ha
vinto sette scudetti (88, 92, 93, 94, 96, 99, 04), quattro coppe dei
Campioni/Champions League (89, 90, 94, 03), due coppe Intercontinentali (89,
90) ecc. Con la Nazionale è stato vicecampione del mondo nel 1994 (in tutto 59 presenze e 2 reti). è sposato con Martina Colombari (hanno un figlio, Achille, nato nel 2004) • «è considerato, all’inizio, diciamo le sue prime duecento partite, un clone di Baresi. La critica
pizzica, lui s’incazza. I rapporti con la stampa scritta sono difficili. Si dice: quel
Costacurta è presuntuoso. Lui ammette. “Vero. Sono abbastanza presuntuoso. Il fatto è che sono stato pesantemente attaccato. Mi arrivavano frecce avvelenate da tutte
le parti”. Dice: “Io non dimentico, io sono un toro”. Poi fa un po’ di conti: “Beh, su quaranta giornalisti, non ne sopporto tre o quattro. Non è una brutta media”. Di lui dicono anche: è tanto bravo quanto antipatico. Ma sa difendersi. Fuori e dentro il campo.
Diventa un leader dello spogliatoio, urla in faccia agli arbitri e ai
guardalinee. Discute con gli allenatori: Billy ha personalità. Racconta così i suoi tecnici: “Capello mi ha formato caratterialmente, grande psicologo”. Ricorda un terribile sabato di vent’anni fa. “Derby Primavera, perdiamo uno a zero. Nell’intervallo piomba nello spogliatoio, prende a calci tutte le borse che gli
capitano a tiro. Quel giorno c’erano bottiglie di shampoo e saponi che volavano. Nel secondo tempo facciamo tre
gol: 3-1”. Sacchi è quello che lo sistema tatticamente (“Mi ha fatto crescere”). Arrigo era il numero uno, l’uomo della rivoluzione. Ma anche un po’ strano. “Un insegnante, ma non voleva che si parlasse a tavola, a cena”. Zaccheroni? “Mi ha fatto sentire importante”. Ma se aveva già passato i trent’anni... “La sua fiducia mi ha ringiovanito”. Costacurta non sopporta il turco Fatih Terim, detto l’Imperatore. “Non mi piaceva per niente, non mi andavano i suoi modi. Un presuntuoso”». E Tabarez? “Sfortunato”. E Ancelotti? “Un fratello. Calcolatore, bravissimo a studiare gli avversari”» (Germano Bovolenta)
• «Un vincente, ma senza tifosi. Un difensore abile, longevo, ma non
insostituibile. Si parlò molto della sua assenza nella finale di coppa campioni col Barcellona. Era 94.
Senza di lui, il Milan vinse 4-0. In quella partita mancava anche Baresi, ma
nessuno ha mai messo in discussione Baresi. Di Costacurta, invece, si è sempre detto che “giocava bene perché accanto aveva Baresi”. La coppia era così affiatata che provò a sfondare in tv. Ne nacque uno spot agghiacciante. Berlusconiano verace, non
meno di Massaro, moderno abbastanza da avere un soprannome-sponsor (“Billy”, dal basket)» (Andrea Scanzi)
• A Yokohama, nella finale Intercontinentale contro il Boca Junior (14 dicembre
2003), ha tirato quello che è stato definito il più brutto rigore della storia: terra zappata, palla lentissima facilmente respinta
dal portiere Abbondanzieri. A causa di questo sbaglio (unito a quelli di Pirlo
e Seedorf) il Milan perse la coppa ai rigori (il match era terminato 0 a 0). In
quello stesso giorno era stato preso, nascosto in una buca, Saddam Hussein e si
disse che la buca era quella scavata da Costacurta con il suo tiro. «Era la sua quinta finale intercontinentale e purtroppo sarà ricordato soltanto per questa» (Andrea Scanzi)