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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CORDOVA

Agostino Reggio Calabria 1936. Magistrato. Ha cominciato la sua carriera proprio a Reggio Calabria nel 63, diventando pretore, giudice a latere della sezione penale e poi
giudice istruttore. Nel 78 firma 60 rinvii a giudizio contro boss dei clan De
Stefano, Mammoliti e Piromalli: sarà il primo maxiprocesso contro la ’ndrangheta calabrese. Nell’87 diventa il capo della Procura di Palmi. Conduce inchieste contro la costa dei
Pesce, contro le Usl di Taurianova e Gioia Tauro. Denuncia la scarsità dei mezzi, ma viene a sua volta denunciato al Csm per “incompatibilità ambientale” (il Csm archivierà il caso). Indaga anche su massoneria e P2. Nel luglio del 93 diventa
procuratore di Napoli. La sua opera di coordinamento è contestata da un gruppo di 60 sostituti. Il Csm si spacca, la destra lo
sostiene e le divisioni in Procura diventano anche politiche • «Dalla massoneria internazionale al malaffare delle istituzioni, passando per le
corruzioni (solo presunte) di altissimi funzionari del Viminale. La sua carriera professionale è costellata da battaglie giudiziarie altisonanti. Chiuse talvolta con sconfitte» (il Messaggero) • «Furbissimo e scaltro, - anche se ama rappresentare se stesso come un indomito
cavaliere che affronta solitario il mondo della corruzione - preferisce che la
politica gli tenga la mano sulla spalla. Ieri, fu la sinistra (politica e
togata) che lo appoggiò contro Giovanni Falcone nella candidatura alla Procura nazionale antimafia e
nel contentino della Procura di Napoli. Giunto alla falde del corrotto Vesuvio,
la mano cambiò. Divenne quella della destra. Tormentava, senza costrutto (purtroppo per lui),
l’amministrazione di Bassolino “il rosso”, e tanto bastava al centro-destra per non vedere le sconfitte incassate dal
procuratore» (Giuseppe D’Avanzo)
• «Sono apolitico, non ho collateralismi partitici e non appartengo a cordate. è anche vero che ogni volta che si sono toccati i Templi e i Santuari del Potere,
palesi od occulti, si sono verificate insofferenze, reazioni e attacchi di
genere e provenienza vari. Ho un brutto carattere e non sono un diplomatico. Ma
la diplomazia è come una bellissima dama che suole avere intimi rapporti con il compromesso e
generare brutti figli che si chiamano condizionamenti, “apparamenti” (aggiustamenti, ndr) come si dice in dialetto napoletano, o ricatti.. Lo dico
sempre ai miei colleghi: prima che magistrati bisogna ess
ere uomini» • Gran sigaro, sopracciglioni.