Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
CORDERO
Franco Cuneo 1928. «Insigne giurista e insolito scrittore» (Antonio Gnoli). Noto anche per aver affibbiato a Berlusconi il soprannome di “Caimano” • «Elementari e liceo a Cuneo dove sono nato. L’università invece l’ho fatta a Torino. Ricordo che al liceo avevo deciso che sarei diventato medico.
Poi fui traviato da un tale di qualche anno più grande di me che mi prospettò un avvenire radioso nel mondo della giurisprudenza. Mi laureai in Diritto
romano con Grosso, il quale mi offrì di restare all’università. Rifiutai, salvo poi pentirmene. Decisi di fare l’avvocato a Milano. Avevo 26 anni e la sensazione di aver seppellito ogni velleità di tipo scientifico. Nel 1959 vinsi la cattedra messa a concorso dall’Università di Urbino. Provai a tornare all’Università di Torino. Generosamente Grosso fece di tutto perché potessi riuscire nell’impresa. E infatti nel 74 approdai nuovamente a Torino. La cosa che non potevo
immaginare era che due anni dopo mi avrebbero chiamato a insegnare all’Università di Roma»
• «Quando ero ragazzo ero un gran frequentatore di sale da biliardo. I caffè sono luoghi nei quali ho perso molto tempo. Ebbene ricordo certi individui
fuori dal comune che discutevano dei classici argomenti da caffè: il ciclismo, il calcio, la boxe. Ma lo facevano con una finezza critica
sorprendente. La Cuneo di quegli anni era una città intellettualmente viva» • S’intende di calcio e tifa Torino: ne ha anche scritto una volta su Repubblica,
quotidiano per cui collabora • Scrittura ricercata, dotta, spezzata, con la quale infilza ogni volta che è possibile Berlusconi, da lui chiamato “signor B.” e sommamente disprezzato (trattato come un Mackie Messer della contemporaneità) • Ammiratissimo, ciononostante, da Giuliano Ferrara, sottomesso alla sua immensa
erudizione • Amante dei maglioncini a collo alto (tipo dolcevita) con i quali si mostra
volentieri in tv.