Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
CONCUTELLI
Pier Luigi 1944. Terrorista. Di Ordine nuovo. Killer del giudice Vittorio Occorsio (alle 8.30
del 10 luglio 76). Arrestato nel febbraio 77, nel gennaio 78 è stato condannato all’ergastolo • «Il giudice Vittorio Occorsio esce dalla sua casa di via Mogadiscio, a Roma.
Benché da anni si occupi di terrorismo, non ha la scorta. Scende nel garage, sistema
sul sedile posteriore della sua Fiat 125 la giacca e la borsa da lavoro, e
parte per il palazzo di giustizia. Dopo pochi metri, all’incrocio con la via Giuba, una raffica di mitra disintegra il parabrezza. Ferito
gravemente, Occorsio tenta di aprire la porta dell’auto. Il killer fa pochi passi, si sistema accanto alla fiancata, prende la
mira, e spara una seconda raffica, mortale, quasi a bruciapelo. Infine getta
all’interno della macchina una manciata di volantini di Ordine Nuovo, l’organizzazione neofascista che, meno di tre anni prima, è stata sciolta dal ministero dell’Interno proprio in seguito alle indagini condotte da Occorsio. Trent’anni dopo, il killer, Pier Luigi Concutelli, per la prima volta parla davanti a
una telecamera. Ha una lunga e disordinata barba da ergastolano e dimostra più dei suoi 62 anni. Dice che fu lo scioglimento di Ordine Nuovo il movente dell’omicidio. “Ci portò purtroppo alla violenza. Bisognava fare qualcosa per fermarli. Signori, si
spara! Follia? Era così”. Parrebbe tutto chiaro: una vendetta politica tipica degli anni della strategia
della tensione. Da una parte un funzionario dello Stato lasciato solo, dall’altra un gruppetto di neofascisti guidati da un killer esaltato al quale nemmeno
la vecchiaia ha portato saggezza. Le cose sono in realtà più complesse. Sono complesse al punto che l’omicidio del giudice Occorsio è tuttora considerato uno dei misteri italiani: i mandanti non sono stati mai
individuati, né si è mai capito chi avesse informato il commando omicida dell’assenza di una scorta e del fatto che quel 10 luglio era l’ultimo giorno utile per l’attacco perché l’indomani il giudice avrebbe cominciato le ferie. Concutelli non solo non dà spiegazioni (“Se pensa che io risponda - dice all’intervistatore - fa torto alla sua intelligenza, non alla mia”), ma non appare affatto pentito» (Giovanni Maria Bellu).