Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
COLOMBO
Lanfranco Milano 1924 • «Diciamolo subito. Questo Paese deve essere grato a Lanfranco Colombo perché Lanfranco Colombo in Italia è la fotografia. Quando nel 67 nel cuore di Milano, al numero dieci di via Brera,
si inaugura una delle prime gallerie al mondo dedicata esclusivamente alla
fotografia, una ventata di aria fresca spazza via tutte le convinzioni sull’idea dell’immagine. Non c’era identità culturale e politica, solo una gran confusione. Il 68 avrebbe fatto il resto.
Nasce così, con questi fremiti rivoluzionari, in una dolce sera d’aprile, Il Diaframma, un’utopia che trova la forma concreta di una sala circolare con una sinuosa scala a
chiocciola e una specie di cantina con i mattoni a vista. Lì, cominciano a dialogare, quasi fossero dei carbonari, un mondo di fotografi,
scrittori, grafici, intellettuali che si ritrovano insieme, tutti uniti da un
ideale culturale ed etico: scardinare le regole del gioco e considerare la
fotografia come una vera forma d’arte. Al di là del mercato. Senza sovrastrutture culturali e pregiudizi, oltre le stigmate
dell’endemica rivalità degli autori. La sua straordinaria collezione è stata divisa in dodici donazioni. Resta però nitido il giudizio storico di quell’avventura. Ne ha viste di tutti i colori, dalla lotta partigiana alle esperienze
di manager per un’impresa siderurgica. è passato per il giornalismo per approdare infine alla fotografia, sincera
avventura della vita. Una cosa è certa: Lanfranco Colombo non è attaccato al denaro» (Gianluigi Colin).