Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

COLLINA

Pierluigi Bologna 13 febbraio 1960. Ex arbitro. Eletto quattro volte come il migliore del
mondo. Episodi salienti della sua vita professionale: fece togliere uno
striscione “Casarin pagliaccio”, quando Casarin era il suo designatore; in un Inter-Juve del campionato 96-97
prima diede il gol a Ganz (Inter) e sei minuti, dopo aver consultato il
guardialinee su invito di due giocatori della Juve, lo annullò e andò a scusarsi con Hodgson, allenatore dei nerazzurri, e a spigargli lungamente la
cosa. Il gol era stato segnato in fuorigioco, Hodgson gli strinse la mano, ma
non s’era mai visto prima (e non s’è mai visto dopo) né un simile ripensamento da parte di un arbitro né delle spiegazioni-scuse tanto particolareggiate; voci di simpatie juventine,
messe in giro dopo questo episodio, furono smentite nell’ultima giornata del campionato 1999-2000 (14 maggio 2000): in Perugia-Juventus,
sull’1 a 0 per il Perugia (gol di Calori), venne giù una pioggia torrenziale che durò quasi un’ora. A giudizio di tutti, qualunque altro arbitro avrebbe rimandato i giocatori
a casa e fatto ripetere la partita il giorno dopo. Collina aspettò la fine del diluvio, poi fece ridiscendere le squadre in campo e permise che il
match fosse completato. La Juve, su un campio pesantissimo, prese un gol e non
riuscì a pareggiare. La Lazio vinse lo scudetto; in un Foggia-Bari in cui i tifosi
foggiani lanciavano di tutto contro i giocatori, fece invertire nuovamente il
campo alle squadre (Foggia e Bari giocarono perciò quasi tutta la partita dalla stessa parte: questa soluzione non è prevista dal regolamento). Infine, nel 2005, fu costretto dal presidente degli
arbitri Lanese - suo nemico - a dimettersi perché non s’era fatto dare autorizzazione scritta a uno spot per la Opel, marchio sponsor
del Milan (conflitto d’interessi, essendo il Milan una squadra che avrebbe arbitrato). Collina sostenne
- e Lanese ammise che era vero - che quel permesso gli era stato dato a voce.
Messo di fronte alla scelta tra lo spot (che gli faceva incassare, a quanto si
sa, ottocentomila euro) e la prosecuzione di una carriera che comunque si
sarebbe chiusa l’anno successivo, Collina scelse lo spot
• Vive a Viareggio • «Mi fa piacere quando un ragazzino mi chiede l’autografo, e non glielo nego mai» • «è lo Zidane dei fischietti. Forse l’unico che viene fermato per strada. Sicuramente il più intervistato» (Emilio Marrese) • «Non è stato più un arbitro nel momento in cui è stato definito il migliore di tutti. Un altro si sarebbe accontentato e si
sarebbe serenamente consegnato al finale di carriera. Lui no. Ha piegato questo
giudizio condiviso al bisogno insopprimibile della nostra èra: non l’essere, non l’apparire, ma il comunicare. Perciò ha comunicato l’idea di arbitro come il marketing avrebbe voluto che fosse. Per esempio
longilineo e flessuoso, che già è difficile da trovare. Per esempio calvo e con gli occhi cerulei, che è raro. Per esempio colto e icastico eppure familiare, che è quasi impossibile. Da quel momento di lui si sono tralasciate le straordinarie
capacità in campo tecnico-calcistico, forse perché si davano per acquisite. Lo si è percepito come altro: la pubblicità di una marca di orologi in cui filosofeggia sull’entità-tempo; quella di una pay-tv dove recita con Paolo Maldini (anche se la prudenza
avrebbe dovuto spingerlo ad evitare quest’involontaria commistione); lo spot dell’Adidas, assai involuto, cerebrale o forse solo infelice, divenuto fonte di
sospetti maligni (il suo sponsor è lo stesso di giocatori e squadre che lui ha diretto e dirigerà)» (Giancarlo Padovan)
• «è il primo arbitro-cartone animato (Mic e Mac, la grande avventura del calcio: lui presta la voce a Mac), è il primo arbitro da rotocalco. Certo, le riviste specializzate pagherebbero
milioni per vederlo abbarbicato su una bionda procace tra le dune di un
isolotto, ma lui è fedele solo alle sue donne, la signora Gianna e le figlie Francesca Romana e
Carolina. Si mise la casacca nera, allora non c’erano queste assurde tinte fucsia di adesso. Gli sponsor (pare che “alzi” 500 mila euro all’anno) non l’avevano ancora scoperto, la tv latitava. Il giovane Collina aveva i capelli e
studiava Economia e commercio. A un certo punto, prima di dedicarsi
completamente all’arbitraggio e scegliere una professione (promotore finanziario) che gli
consentisse più tempo libero, lavorò nel campo dell’editoria. Di quel periodo gli è rimasta una spiccata sensibilità giornalistica. Il giorno in cui venne comunicato ufficialmente che avrebbe
diretto Brasile-Germania, ha rilasciato una ventina di interviste. A ogni
interlocutore ha regalato, genialmente, un particolare diverso. Quando arriva
nella stanza di un albergo spegne l’aria condizionata e accende la luce. Dipendesse da lui accenderebbe i riflettori
degli stadi anche di giorno» (Roberto Perrone).